Oggi voglio raccontarti la storia di una persona normale, che però ha fatto qualcosa di eccezionale. Ha avuto il coraggio di guardare in faccia la violenza più terribile e di combatterla.
Non è un super eroe, ma un uomo che ha scelto di fare la differenza, quando il mondo intorno a lui faceva di tutto per fargli cambiare idea.
I 10 minuti che impiegherai per leggere la storia di Padre Renato Chiera saranno i minuti meglio spesi della tua giornata.
So che hai mille impegni, ma credimi se ti dico che alcune persone possono cambiare la nostra vita per sempre. Hanno il potere di spronarci a fare qualcosa di importante, anche se non pensavamo di esserne capaci.
Magari conosci già Padre Renato e la Casa do Menor che ha fondato in Brasile 32 anni fa. Ne avrai sentito parlare, perché è uno dei progetti che la Fondazione Angelo Affinita sostiene da tantissimo tempo.
Quello che ancora non conosci è l’angoscia di un prete cattolico che si è ritrovato catapultato in un inferno terreno: la periferia di Rio de Janeiro.
Padre Renato arrivò in Brasile nel 1978 su richiesta del vescovo di Mondovì. Quello che trovò lo lasciò senza parole.
Non aveva mai visto la morte agli angoli dei marciapiedi, così tante persone disperate e distrutte dalla droga. Così tanti bambini di strada, abbandonati, affamati e costretti a vendere se stessi per sopravvivere.
Così decise di fare qualcosa di folle:
misi un altoparlante sulla mia macchina e andai in giro dicendo che ero un prete cattolico ed ero pronto a prendermi cura di loro.
Il primo a rispondere fu Carlos, un ragazzo tossicodipendente che Padre Renato accolse nella canonica e che aiutò facendolo sentire amato.
Ma una sera, tornato a casa, Padre Renato lo trovò morto: lo squadrone della morte gli aveva sparato. Nei giorni successivi ci fu una vera e propria carneficina. 35 giovani furono uccisi dai criminali, che minacciarono di morte anche Padre Renato.
Il mio vescovo era stato sequestrato. Ero solo in una parrocchia di 150 mila abitanti. Un ragazzo venne da me gridando: “Sono nella lista di coloro che vogliono uccidere, aiutami! Noi fai nulla? Qui nessuno fa niente!
Da questo grido è nata la forza di Padre Renato e il progetto di costruire una casa di accoglienza per i bambini e i giovani di strada.
Grazie all’aiuto di tanti benefattori, Padre Renato riuscì a dare vita alla Casa do Menor, che da minuscola stanza della canonica è diventata in questi 32 anni una realtà presente in 5 stati brasiliani, gestita da un gruppo di 150 operatori.
L’attività di recupero sociale, fatta attraverso l’educazione e la formazione professionale, ha aiutato più di 50.000 giovani a trovare un lavoro e 15.000 meninos de rua a salvarsi da morte certa.
Tutto questo perché? Quali sono i motivi per cui la Casa do Menor ha avuto questi risultati incredibili?
- FORMAZIONE PROFESSIONALE: la Casa do Menor aiuta i giovani a costruirsi un futuro con le proprie mani con corsi di formazione professionale e sostegno nella ricerca di un impiego
- EDUCAZIONE E ISTRUZIONE: l’associazione accoglie i bambini di strada e li accompagna nella crescita attraverso l’istruzione scolastica, il gioco e attività educative
- PERCORSI DI RIABILITAZIONE: molti giovani sono tossicodipendenti, così la Casa do Menor organizza percorsi di riabilitazione fisica e psicologica per aiutarli a combattere la dipendenza
La Fondazione Angelo Affinita e gli amici imprenditori che sostengono la Casa do Menor hanno visto l’immenso valore di questa associazione. È una casa a tutti gli effetti, che aiuta a crescere e che dà ai giovani gli strumenti con cui costruire il proprio futuro.
Il tutto con grande amore perché, come dice Padre Renato, “il loro grido più grande non è quello di essere poveri, ma di non essere figli. Essere figli vuol dire sentirsi amati”.
Grazie al contributo di tanti imprenditori, la Fondazione Affinita è riuscita a :
- finanziare corsi professionali nelle sedi di Fortaleza e Miguel Couto
- acquistare macchinari per il laboratorio artigianale di Fortaleza
- costruire il nuovo centro di Igarassu, la “Casa Angelo”
- sostenere il progetto “Operazione Speranza” per il recupero dei tossicodipendenti
Se doni il tuo contributo per sostenere la Casa do Menor e l’opera di Padre Renato avrai fatto un passo enorme per aiutare in modo concreto i giovani e i bambini della favelas brasiliane.
Qui non si tratta di un aiuto fine a se stesso, ma di una possibilità di rinascita e riscatto sociale che TU puoi donare oggi, in questo momento, senza esitazione.
La Casa do Menor rappresenta per molti ragazzi l’unica speranza per uscire dall’inferno in cui sono nati e per fare domani qualcosa per cambiarlo.
Sostenere la Casa do Menor insieme alla Fondazione Affinita significa questo: dare ai bambini del Brasile la possibilità di crescere e di diventare persone felici, con un lavoro, una famiglia e con gli strumenti per migliorare la società in cui vivono.
È un gesto importante il tuo, che richiede molto coraggio e determinazione.
Dona oggi e riempi il tuo cuore con la GIOIA DI DONARE.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI.
Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.