Grande festa per i 50 anni di sacerdozio di Padre Renato Chiera! Dopo la messa celebrata a Roracco, paese di origine di Padre Renato, in tanti hanno festeggiato questo bellissimo traguardo durante un momento conviviale pieno di gioia.
Per cogliere un po’ dell’energia di quel momento e portarla nella tua vita, prenditi qualche minuto per goderti il bel servizio del TG regionale.
Dalla vocazione ricevuta da bambino, ai cambiamenti che sta affrontando oggi il Brasile, Padre Renato si racconta con la semplicità di sempre. Una semplicità piena di coraggio.
Padre Renato Chiera è nato in campagna, in un piccolo paese vicino a Mondovì. Alle elementari ascolta incantato la storia di Don Bosco, un personaggio che sente molto vicino a sé. Povero, semplice, con il grande desiderio di aiutare i bambini e i ragazzi abbandonati.
Quella di Don Bosco è una storia che lo fa “vibrare”, e gli porta la vocazione.
Da giovane professore di filosofia, nel 1978 Padre Renato viene mandato in missione nelle favelas di Rio de Janeiro, e da quel momento non torna più indietro. La sua strada è segnata, il suo posto è lì, in mezzo ai giovani che hanno perso tutte le speranze.
C’è un episodio che Padre Renato ricorda spesso, perché in quel momento nel suo cuore è nata l’idea di fondare una casa di accoglienza per minori. Una notte, uno dei ragazzi del villaggio in cui viveva corre da lui e gli mostra una lista con i nomi di 40 ragazzi.
“Guarda Padre, io sono il primo. Noi siamo destinati ad essere uccisi dagli squadroni della morte. Perché nessuno fa niente? Io non voglio morire!”
Padre Renato ha risposto a quel grido disperato, e l’ha fatto con l’AMORE.
Mi dirai: ma cosa può fare l’amore di fronte alla violenza, alle uccisioni, alla droga, allo sfruttamento minorile? Sono questi, infatti, i problemi del Brasile di oggi.
Cosa può fare l’amore contro una società alla deriva, senza umanità, piena di rabbia e di solitudine? Se ascolti questo video, lo capirai. Capirai che quello che ha trasformato la povertà in una miseria violenta e senza scrupoli è proprio la mancanza d’amore di cui soffrono tanti giovani di strada.
Ecco perché Padre Renato ha deciso di fondare una casa di accoglienza che prima di tutto facesse sentire i bambini e i giovani abbandonati FIGLI DI DIO amati e voluti. La Casa do Menor è diventata un punto di riferimento per moltissime persone, e si è ramificata nelle periferie più degradate delle maggiori città brasiliane.
Quando ho sentito questo dato, sono rimasto senza parole. Ad oggi, la Casa do Menor ha salvato la vita a 100.000 meninos de rua!
È un numero da far girare la testa, non credi? Grazie all’AMORE questi bambini sono guariti dalle ferite che si portavano dentro, sono stati salvati dalla droga e dallo sfruttamento, sono andati a scuola e hanno imparato un mestiere.
E oggi? Oggi sono donne e uomini liberi e desiderosi di donare l’amore che loro stessi hanno ricevuto. Molti di coloro che sono stati ospiti nella Casa do Menor, infatti, hanno poi deciso di svolgere loro stessi un servizio di volontariato, in un circolo virtuoso davvero rivoluzionario.
La Casa do Menor è cresciuta, e oggi offre servizi di:
- prima accoglienza per i bambini e i ragazzi di strada
- asilo e scuola elementare
- percorsi di riabilitazione psicologica e fisica per i giovani tossicodipendenti
- casa di accoglienza per ragazze madri e supporto psicologico
- corsi di formazione professionale per adolescenti
- attività ludico-ricreative per bambini e ragazzi
- supporto alle famiglie
- aiuto in strada per adulti tossicodipendenti che vivono nelle crackolandie, ovvero i ghetti della droga
Ma in realtà la Casa do Menor fa molto più di questo. Insegna ad amare, ad impegnarsi per raggiungere degli obiettivi, e soprattutto dona ai ragazzi gli strumenti per costruirsi la vita che desiderano. Questa è la grande forza di Casa do Menor, e il motivo per cui ti chiedo di sostenerla.
- finanziare la costruzione e il mantenimento della sede di San Miguel Couto, la “Casa Angelo”
- finanziare un corso per tecnico informatico nel centro di Fortaleza e Rosas dos Ventos
- finanziare vari corsi professionali nella sede di San Miguel Couto (per diventare parrucchiera, estetista, meccanico, falegname e tecnico informatico)
- acquistare macchinari per la microimprenditoria artigianale nel centro di Fortaleza
- sostenere il progetto “Operazione Speranza” per la prevenzione e la cura della tossicodipendenza
Tutto questo ha cambiato la vita a tanti bambini abbandonati e a tanti giovani di strada. Ha portato gioia nelle loro vite, ma anche in quelle dei sostenitori che, insieme alla Fondazione Affinita, hanno dato il loro contributo per rendere tutto questo possibile.
Oggi ti chiedo di fare lo stesso. Serve anche il tuo aiuto per far sì che la Casa do Menor continui a portare AMORE E SPERANZA a persone che conoscono solo la disperazione.
Ti assicuro che non solo cambierai la vita di tanti bambini e ragazzi, ma anche la tua. Perché proverai la GIOIA DI DONARE.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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