Oggi voglio raccontarti una storia che sembra quella di un film, ma invece è pura realtà.
Inizia in un quartiere nella periferia di Salerno, si ferma per anni in un carcere minorile e finisce in un grande ristorante di Dubai. Da lì inizia un’altra storia, che ha il sapore della rinascita e…della pizza!
Luigi (nome inventato) è cresciuto in uno dei quartieri più degradati di Salerno. Un padre in carcere, la povertà e la mancanza di alternative lo hanno spinto in una direzione sbagliata. E un giorno, durante una rapina, la polizia lo ha arrestato.
Per Luigi sono iniziati cinque anni di detenzione nel carcere minorile di Airola. Cinque anni dove la vita di un giovane si ferma, mentre il mondo fuori continua ad andare avanti.
Il carcere minorile è per molti giovani un punto di non ritorno. I detenuti fanno parte delle fasce sociali più fragili, molti sono stranieri senza contatti in Italia, così diventa difficile rifarsi una vita. Se non hai alternative, tornare a delinquere sembra l’unica strada possibile.
Ma c’è una soluzione a questo grave problema sociale: combattere il pregiudizio e dare un valore al tempo passato in carcere per far sì che, una volta scontata la pena, i giovani detenuti abbiano strumenti concreti per reintegrarsi.
Strumenti come il corso per diventare pizzaiolo professionista che ha salvato la vita di Luigi e gli ha permesso di trovare lavoro nei migliori ristoranti di Dubai.
Sì, questa è l’ultima tappa della sua storia.
Ora questo ragazzo sta scrivendo una nuova storia, fatta di riscatto sociale, dignità e integrazione. Una storia che lo sta portando a fare carriera e a diventare un portavoce di uno dei prodotti made in Italy di cui andiamo più fieri: la pizza.
Il corso per pizzaiolo è nato dalla collaborazione fra l’Istituto Penale per Minori di Airola, la Fondazione Angelo Affinita e alcuni fra i migliori pizzaioli d’Italia: Marco Amoriello, Anna Iaquinto e Alessandro Vittori.
La prima edizione del corso ha avuto talmente tanto successo che, grazie al supporto di tanti amici imprenditori, la Fondazione ha potuto dare il via alla seconda edizione.
Proprio in questi giorni 8 giovani detenuti sono impegnati nelle verifiche finali del corso, che ha richiesto da parte loro grande impegno e costanza.
Ecco come si è svolto:
292 ore di corso, fra lezioni teoriche e pratiche
stage presso la pizzeria “Il Guappo” di Moiano
visite guidate presso operatori del settore
moduli di orientamento al lavoro
test di verifica
Rispetto alla scorsa edizione, le novità di quest’anno sono state l’inserimento di più ore da svolgere all’esterno della struttura penitenziaria e la collaborazione con Adecco.
I nomi dei partecipanti al corso che hanno ottenuto il diploma, infatti, saranno inseriti nella banca dati di Adecco: un ulteriore strumento per facilitare la ricerca di un lavoro una volta usciti dal carcere.
Ti starai chiedendo: questo corso ha davvero cambiato la vita a questi ragazzi? Credo sia giusto lasciar parlare uno di loro:
È stata la prima volta che mi sono veramente impegnato in qualcosa. La pizza napoletana fa parte della nostra tradizione e della nostra vita. Abbiamo davvero visto una prospettiva di vita e di lavoro. Voglio chiudere con il passato, anche per dare un futuro a mio figlio.
Penso non ci sia testimonianza migliore per farti toccare con mano i benefici di questo progetto, che ha davvero il potere di cambiare la vita di questi ragazzi.
Come dice Marco Amoriello, famoso pizzaiolo pluripremiato e titolare del ristorante “Il Guappo” di Moiano:
Nella precedente edizione del corso sono riuscito a dimostrare due cose. La prima è che la socializzazione e il recupero sono sempre possibili; la seconda è che chiunque, anche chi ha sbagliato, può imparare qualcosa di utile per la vita. Nel nostro caso fare la pizza può dare ai giovani detenuti l’occasione di stare insieme. La volta scorsa è stata un’esperienza unica, bellissima non solo da parte mia, ma anche per loro che hanno conseguito un diploma, grazie alla Fondazione Affinita che ha patrocinato il tutto.
Se sostieni oggi il progetto del corso per pizzaiolo nel carcere minorile di Airola, potrai essere sicuro di una cosa: avrai dato a quei ragazzi i mezzi con cui rifarsi una vita.
Non si tratta di beneficienza fine a se stessa, ma di un AIUTO CONCRETO per far sì che ritrovino la propria dignità e un’alternativa reale alla malavita.
A differenza di molti alti progetti, questo corso non fa assistenzialismo, ma richiede grande impegno da parte dei ragazzi, che imparano il senso della responsabilità, del sacrificio e della costanza, tutti valori necessari per realizzare i propri sogni.
Grazie al tuo contributo, questo progetto potrà arrivare alla terza edizione, perché insieme riusciremo a:
finanziare i moduli di orientamento al lavoro e le attività educative
acquistare le materie prime necessarie alle parti pratiche del corso
acquistare e fare la manutenzione dei macchinari: impastatrici e forni
permettere ai ragazzi di partecipare a visite aziendali
Il tuo aiuto è fondamentale per rendere tutto questo possibile.
DONA OGGI e dai a questi ragazzi la possibilità di intraprendere un vero cambiamento, umano e professionale.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI.
Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.
Pochi giorni fa ho letto di un’iniziativa di grande umanità che si è svolta il 18 dicembre scorso in 9 carceri italiane.
“L’ALTrA cucina…per un pranzo d’amore” è un progetto nato quattro anni fa dalla partnership fra Prison Fellowship Italia, Rinnovamento nello Spirito e Fondazione Alleanza.
Si tratta di un pranzo, appunto, cucinato da chef stellati e servito a detenuti, volontari e famigliari.
Lo scorso dicembre hanno partecipato a questa giornata oltre 2.500 persone, che hanno potuto vivere un momento di speranza e condivisione fondamentale per ricostruirsi una vita fuori dal carcere.
Iniziative come questa mi fanno capire che siamo sulla strada giusta. Che sostenere progetti e associazioni che si impegnano per dare una seconda possibilità a chi è in difficoltà è il metodo vincente per cambiare davvero le cose.
Perché tutti meritano di avere gli strumenti con cui costruirsi un futuro. Il futuro che sognano.
C’è un progetto in particolare di cui ti voglio parlare.
Come il pranzo organizzato da Prison Fellowship Italia, anche questo ha come obiettivo quello di dare una speranza a chi ha perso la dignità e la fiducia in se stesso.
Solo che qui i detenuti non sono adulti, ma i giovani del carcere minorile di Airola.
Conoscere le loro storie è come ricevere un pugno nello stomaco, te lo assicuro.
Sono ragazzini appena adolescenti, con esperienze di abusi e violenza domestica alle spalle. Giovani cresciuti nelle aree più disagiate del paese, dove spesso non c’è un’alternativa concreta al crimine.
Molti di loro non hanno frequentato la scuola, e si sono ritrovati da giovanissimi a spacciare, rubare, in alcuni casi anche ad uccidere.
Questi giovani non hanno bisogno di promesse, ma di una SPERANZA CONCRETA di redenzione. Di un progetto che metta nelle loro mani i mezzi con cui affrontare la vita una volta scontata la loro pena.
Spesso, infatti, gli ex detenuti di un carcere minorile sono marchiati a fuoco. Diventa difficile, se non impossibile per loro trovare un lavoro, avere la fiducia delle persone e ritornare a vivere nella comunità.
Rispondi sinceramente: assumeresti mai un giovane che ha scontato una pena in riformatorio?
I giovani detenuti, una volta usciti, non devono solo combattere contro il pregiudizio delle persone, ma anche contro un mondo del lavoro che richiede delle competenze specifiche.
E quali competenze possono avere, se hanno passato la loro adolescenza in carcere? Senza stimoli, senza attività formative ed educative. Senza un percorso di valorizzazione dei talenti.
Per questo motivo gli amici della Fondazione Angelo Affinita hanno deciso di sostenere CreAttiva, un progetto che riabilita i giovani detenuti attraverso corsi di formazione professionale.
Da due anni questo progetto si è tradotto in un corso per diventare pizzaioli professionisti.
Grazie all’aiuto di grandi nome del settore, come il pluripremiato pizzaiolo Marco Amoriello, i ragazzi hanno potuto mettersi alla prova con un percorso di formazione professionale di altissimo livello.
Lo scorso anno il corso è arrivato alla sua seconda edizione, e ha ottenuto la certificazione Adecco.
Ecco qualche dettaglio concreto su come si è svolto:
292 ore di corso
4 giornate dedicate a visite aziendali
5 giornate di stage presso la pizzeria Il Guappo di Moiano
Lezioni teoriche su alimentazione e proprietà organolettiche degli alimenti
Lezioni pratiche su impasto, lievitazione, farcitura e cottura in forno a legna
Momenti di verifica durante il corso
Assistenza di tutor sia interni, che esterni al carcere
Percorsi di orientamento al lavoro
Inserimento degli studenti più meritevoli nella banca dati di Adecco
Come vedi, questo è un corso che non ha mezzi termini. È richiesto il massimo impegno per ricevere alla fine un risultato che nessuno prima credeva possibile.
Molti dei diplomati del corso hanno ottenuto un lavoro, e molti di quelli che lo hanno frequentato, ma devono ancora finire di scontare la loro pena, adesso hanno in mano una possibilità concreta di rinascita.
Questo corso non solo li prepara ad affrontare il mondo del lavoro ad armi pari con i giovani che sono stati più fortunati di loro, ma dà uno strumento in più per farcela.
E sai qual è? La fiducia nelle proprie capacità.
Quando perdi tutto, compresa la tua dignità, hai bisogno di sapere che vali ancora qualcosa. Ecco, il corso per pizzaiolo professionista organizzato dalla Fondazione Affinita dà ai giovani detenuti di Airola questa consapevolezza.
Ecco perché devi assolutamente entrare a far parte di questa squadra!
Investire sui giovani e soprattutto aiutare quelli che vivono in condizioni di marginalità è importante per iniziare davvero a cambiare le cose.
Vuoi fare la differenza? Dona oggi il tuo contributo per sostenere questa iniziativa. Hai l’opportunità di dare una speranza ai giovani detenuti di Airola. E di riempire la tua vita con la GIOIA DI DONARE.
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Siamo a Novembre, la scuola è iniziata da due mesi ed è proprio questo il momento in cui si tirano le somme del primo bimestre.
Ma non sto parlando della scuola che frequentano i tuoi figli o nipoti. La scuola con i banchi allineati, gli incontri genitori-insegnanti e i compiti in classe.
Quella che “aiuto mamma, non ho studiato per l’interrogazione!”, la scuola dei docenti bravi, di quelli bravissimi e di altri non proprio brillanti. È la scuola che conosci, che hai frequentato anche tu e che ha contribuito a farti diventare la persona che sei adesso.
Oggi voglio raccontarti di una scuola nata in un posto lontanissimo dall’idea di crescita e di educazione. In effetti è un posto molto lontano anche dalla magia dell’infanzia, un posto dove i ragazzi non dovrebbero mai entrare.
Eppure, purtroppo, ci entrano.
Ogni anno centinaia di giovani dai 14 ai 21 anni vengono condannati a scontare una pena detentiva presso un carcere minorile. Sono ragazzi cresciuti in famiglie problematiche, che hanno lasciato la scuola molto presto e si sono ritrovati soli.
Molti di loro provengono da quartieri disagiati, dove la criminalità rappresenta la strada più breve – se non l’unica – per raggiungere il successo.
In questi quartieri la parola successo ha un significato molto diverso da quello che le dai tu. Qui avere successo significa avere soldi, rispetto ed essere temuti. Il successo si guadagna diventando i più forti di tutti, a discapito dei più deboli.
I giovani che nascono e crescono in questi quartieri non hanno modelli positivi a cui ispirarsi. Affiliarsi a uno gruppo criminale non è un’eventualità, ma solo una questione di tempo. E così iniziano a spacciare, a fare piccoli furti, per poi passare a rapine a mano armata.
Il carcere minorile di Airola ospita oltre 50 giovani detenuti che provengono da tutta la zona del napoletano.
Proprio qui, in un luogo dove è facilissimo per un ragazzo perdere la speranza e tornare a fare gli stessi errori di prima, l’anno scorso è nato un progetto rivoluzionario.
La Fondazione Angelo Affinita, in collaborazione con l’istituto e alcuni docenti esterni, ha organizzato un corso per giovani pizzaioli. E lo ha fatto grazie alle donazioni dei tanti imprenditori che hanno visto l’enorme potenziale di questa iniziativa.
L’obiettivo del progetto Io non ho paura è questo: dare ai giovani detenuti del carcere di Airola una chance per riscattarsi e gli strumenti per compiere un percorso di REINSERIMENTO VERO nella società.
A settembre di quest’anno, grazie a persone come TE, la Fondazione Angelo Affinita ha dato il via alla seconda edizione del corso!
Ti spiego come si svolge:
292 ore di corso, certificato Adecco
4 giornate fuori dalla struttura, per visite aziendali
5 giornate di stage presso la pizzeria Il Guappo di Moiano
lezioni teoriche sull’alimentazione e le proprietà organolettiche degli ingredienti, più una parte dedicata alla pizza napoletana tradizionale
lezioni pratiche di impasto, lievitazione, farcitura e cottura del prodotto
momenti di verifica – inizio corso, durante le lezioni e alla fine
tutor interno ed esterno alla struttura
moduli di orientamento al lavoro
sostegno agli studenti più meritevoli nella ricerca di un lavoro, con inserimento nella banca dati di Adecco
Rispetto all’anno scorso, il corso di quest’anno dà più spazio alle esperienze esterne al carcere, oltre ai momenti di verifica e al percorso di orientamento al lavoro.
È molto importante, infatti, che nessuno dei ragazzi venga lasciato indietro, non si senta seguito o non ottenga la giusta considerazione. Sono proprio questi i mali che il corso combatte, spronando i ragazzi a dare il meglio e a SCOPRIRE I PROPRI TALENTI.
Ci sono valori che non è mai troppo tardi per imparare.
La fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, il rispetto del proprio lavoro, l’onestà, il sacrificio volto a raggiungere gli obiettivi.
I giovani detenuti del carcere minorile di Airola li stanno imparando adesso, grazie alla tua donazione. Questo ti dà la misura di quanto fondamentale sia il tuo aiuto. Un aiuto che cambia davvero la vita delle persone.
Ecco perché ti chiedo di non dimenticarli e di continuare a sostenere il corso per giovani pizzaioli. La tua presenza è fondamentale tanto quanto quella dei docenti e degli operatori che si fanno in quattro per questi ragazzi.
Sono stati abbandonati tante volte nella loro vita. Ora è arrivato il TUO momento per accoglierli.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.
Il video che ho condiviso con te oggi va controcorrente. Le persone che ascolterai sono uomini e donne normali, che però hanno fatto qualcosa di davvero straordinario.
Giovanna Megna, avvocato, è una donna molto attiva nel mondo del volontariato. Giovanni Franco gestisce una pizzeria insieme al fratello e alla madre. Alessandro Vittorio fa il pizzaiolo a Benevento. Marco Amoriello è un maestro della pizza napoletana tradizionale.
Fin qui, nulla di eccezionale. Quattro persone normali, con lavori e vite normali, senza niente in comune. Ma se ascolti la storia che raccontano in questo video, capirai di non averci visto giusto.
Dietro alla loro normalità si nascondono quattro persone che hanno deciso di FARE LA COSA GIUSTA.
Fare la cosa giusta significa dare speranza agli ultimi. E in questo caso, gli ultimi sono i giovani detenuti del carcere minorile di Airola. Qui scontano la loro pena ragazzi dai 14 ai 18 anni, e in alcuni casi anche minori di 14 anni. Le loro storie sono simili, ma ognuna ha un dolore diverso.
Ci sono giovani che scontano una pena per scippo, spaccio o violenza. Altri hanno ucciso, o si sono affiliati a gruppi mafiosi.
Il carcere minorile di Airola ospita giovani detenuti che provengono da alcune delle zone più degradate d’Italia. La periferia di Napoli e di altre città campane, dove la camorra e la povertà mietono vittime anche fra i giovanissimi.
Ognuno di questi ragazzi ha vissuto un’infanzia problematica, che li ha lasciati privi della possibilità di avere un futuro.
Ti faccio una domanda. Assumeresti un giovane ex detenuto?
Molti rispondono di no. Scontare una condanna in riformatorio diventa un marchio d’infamia impossibile da cancellare. Per questi ragazzi è molto difficile trovare un lavoro e rifarsi una vita una volta fuori dal carcere.
E a quel punto, la soluzione è una sola: tornare a delinquere.
Ma ci sono persone che scelgono di intraprendere una strada diversa. Persone come Giovanna, Marco, Alessandro e Giovanni, che insieme alla Fondazione Angelo Affinita hanno dato una possibilità di riscatto a questi ragazzi. E lo hanno fatto con la pizza.
La pizza napoletana è tradizione, bontà e storia. Fa parte del nostro dna, ed è senza dubbio una delle creazioni di cui possiamo andare fieri. Invidiata e richiesta in tutto il mondo, la pizza è diventata nel tempo un vero e proprio biglietto da visita per molti giovani.
Oggi, avere una “laurea” nell’arte della pizza può aprire le porte del mondo del lavoro. In Italia e all’estero.
È questa l’idea che ha dato il via al progetto: un corso per pizzaiolo tenuto da professionisti del settore. Hanno partecipato 14 giovani detenuti, e alcuni di loro hanno anche avuto la bellissima opportunità di svolgere un periodo di stage alla pizzeria Il Buco di Cervinara.
L’iniziativa ha avuto un enorme successo. I partecipanti hanno imparato le tecniche di base del fare la pizza, ma soprattutto hanno potuto assorbire tutta la passione dei loro insegnanti. Una passione vera e genuina per il loro lavoro, che gli ha permesso di distinguersi e fare carriera.
Uno degli obiettivi del corso era proprio questo: dare ai ragazzi degli ESEMPI POSITIVI da seguire.
Come Alessandro, che ha iniziato la gavetta a 13 anni, ed ora è un pizzaiolo affermato a Benevento. O come Giovanni, che ha deciso di fare tanti sacrifici per dare un futuro alla pizzeria del padre.
Il corso non ha voluto dare false speranze o idee sbagliate sul lavoro da pizzaiolo. I giovani detenuti hanno potuto toccare con mano la fatica di questo mestiere, l’impegno richiesto e i guadagni limitati dei primi tempi.
Ma questi aspetti fanno parte di una gioia molto più grande.
La gioia del conquistare qualcosa con le proprie forze. La bella sensazione di lavorare in una squadra, dove ognuno si prende cura del proprio compagno. La soddisfazione di riuscire a cucinare una pizza perfetta, che rende felici i clienti del locale. LA POSSIBILITÀ DI RISCATTARSI.
Come dice Marco Amoriello, questi ragazzi sono mossi da un’enorme voglia di riuscire. Dopo aver provato tutte le amarezze della vita, sentono il bisogno di riscattarsi, di giocarsi fino in fondo la possibilità di costruirsi un futuro lontano dal loro passato.
Ed è proprio attraverso la pizza che possono vincere quel passato, gli errori commessi e i luoghi dove sono cresciuti.
Uno dei giovani ex detenuti del carcere ora lavora a tempo pieno con Marco a Cervinara. È una vera vittoria per questo progetto. Ed è per vittorie come questa che non dobbiamo fermarci!
Ho bisogno di te per organizzare una nuova edizione del corso per pizzaiolo e portare nel carcere minorile di Airola la speranza. Questi ragazzi si meritano una possibilità nella vita, e tu hai il potere di dargliela e aiutarli a rialzarsi.
So che ti sto chiedendo un grande sacrificio, ma non è mai semplice andare controcorrente. Non è semplice essere persone normali che fanno cose eccezionali. Ma è per questo che lo chiedo a te, che conosci il valore della fatica e la gioia di fare qualcosa di buono.
Dona oggi il tuo contributo, e accendi la speranza nei giovani del carcere minorile di Airola.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.
Dopo l’ottima riuscita della prima edizione del Corso di formazione per Pizzaioli tenuto nel carcere minorile di Airola, con ben 7 ragazzi che si sono diplomati come pizzaioli professionisti – e che vedono un futuro di lavoro, dignità e legalità davanti a sé – ecco che è pronta la seconda edizione.
Con moltissime novità ai nastri di partenza, tanto che ne hanno parlato anche alcuni quotidiani online come la Gazzetta di Benevento, Il Caudino.it, ilVaglio.it e ilQuaderno.it.
Clicca sulle immagini per leggere tutti gli articoli dedicati a questa seconda edizione e scoprire le bellissime novità che abbiamo preparato per i ragazzi del carcere minorile di Airola.
Hai mai provato la bellissima sensazione di FARE LA DIFFERENZA?
Io la provo spesso al lavoro, quando riesco a risolvere una situazione difficile grazie al mio impegno, o magari grazie ad una scelta coraggiosa che ho fatto. In quel momento, sai di aver dato il massimo di te stesso, e hai la consapevolezza che il tuo agire ha migliorato la vita di tante persone.
Hai fatto la differenza. Quando tutti andavano in una direzione, tu hai individuato un percorso più difficile, nel quale hai dovuto scommettere, che ti ha richiesto grandi sforzi, ma che alla fine ti ha portato alla meta. Non solo! Hai portato con te tutti gli altri.
È una sensazione bellissima, vero? Certo, non è facile fare la differenza. Bisogna fare sacrifici, non perdersi d’animo e soprattutto credere fermamente nell’obiettivo finale: fare qualcosa di buono.
Ecco, questo è quello che ti chiedo oggi. Lo chiedo a te, perché hai fatto la differenza tante volte nella tua vita. Sei caduto, ti sei rialzato, e sei riuscito a farlo anche grazie a persone che hanno creduto in te e ti hanno aiutato nel momento del bisogno. Quindi sai di cosa sto parlando. Conosci l’importanza delle seconde possibilità.
Ti voglio parlare di un progetto in cui credo molto, perché aiuta dei ragazzini che hanno perso la strada a costruirsi un futuro. Non sono ragazzini come gli altri, l’avrai già capito. Sono i detenuti del Carcere minorile di Airola.
Quando spacci droga dall’età di 10 anni, hai rubato e sparato alle vetrine dei negozi in sella a un motorino, quando hai ucciso senza nemmeno avere l’età per renderti conto di cosa stavi facendo, la tua vita finisce.
C’è il carcere minorile, una pena detentiva da scontare, e poi il deserto. Chi si fida di un ex detenuto? Chi offrirebbe un lavoro a un ragazzo che ha passato la sua adolescenza dietro le sbarre? NESSUNO. Ed è proprio la mancanza di fiducia nel futuro che spinge tanti di questi ragazzi a scegliere di nuovo la strada della criminalità.
Il numero di ex giovani detenuti che tornano a delinquere una volta usciti dal carcere è altissimo. Ti do alcuni dati raccolti grazie a uno studio fatto su un campione di 103 giovani detenuti a Milano:
il 54% ha un alto tasso di recidiva
il 32% dei minori ha subito un altro procedimento penale a distanza di due anni dalla prima condanna
Inoltre, a livello nazionale e comprensivo di carcere minorile e non, è emerso che tra i detenuti che non seguono un programma di reinserimento dopo il carcere la recidiva è del 90%.
Sono dati allarmanti. Soprattutto perché non lasciano scampo a ragazzini con tutta la vita davanti, che non hanno una guida e nessuno che li aiuti a sviluppare i loro talenti.
Ma nel carcere minorile di Airola è nato un progetto che ha fatto davvero la differenza. Te ne voglio parlare perché con il tuo aiuto potrà ripetersi il prossimo anno e cambiare DAVVERO la vita di tanti giovani che hanno bisogno di una cosa sola: una possibilità.
Grazie a tanti imprenditori e liberi professionisti che hanno creduto in questo progetto, la Fondazione Angelo Affinita è riuscita a sostenere il primo corso per giovani pizzaioli rivolto ai ragazzi dell’Istituto minorile di Airola.
I ragazzi hanno avuto la possibilità di imparare le tecniche di base della pizza napoletana da insegnanti del calibro di Marco Amoriello, pizzaiolo apprezzato a livello mondiale. Per mesi si sono dedicati all’apprendimento di ogni piccolo dettaglio di quest’arte meravigliosa, che ci invidiano in tutto il mondo.
Il corso ha avuto un successo incredibile. Alcuni dei partecipanti hanno anche potuto svolgere un periodo di stage fuori dal carcere, presso la famosa pizzeria Al Buco di Cervinara.
Qui, giovani pizzaioli come Giovanni e Lucio hanno insegnato loro la tradizione della vera pizza napoletana. Ma c’è di più.
Grazie a questa esperienza, i ragazzi non hanno solo imparato un mestiere, ma anche l’importanza del sacrificio, dell’impegno per raggiungere i propri sogni, e la forza che può darti un gruppo di lavoro. Che è una vera e propria FAMIGLIA.
Quali sono, dunque, gli strumenti che questo corso ha dato ai giovani detenuti di Airola?
un diploma da pizzaiolo professionista da utilizzare per trovare lavoro una volta usciti dal carcere
degli esempi di forza morale, impegno e lavoro onesto
la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, quella fiducia necessaria per non commettere gli stessi errori
la possibilità di trovare lavoro anche all’estero, perché i pizzaioli sono molto richiesti in tutto il mondo
la libertà di essere persone diverse e di contribuire allo sviluppo del territorio, attraverso il loro lavoro di promozione della pizza napoletana tradizionale
Ti sarai reso conto da solo delle grandi potenzialità di questo progetto. E avrai capito che rappresenta l’unica possibilità di avere un futuro per tantissimi ragazzi che hanno fatto scelte sbagliate, ma che si meritano una seconda chance.
Fai la differenza, allora. Sostieni questa iniziativa e dalle un futuro, perché possa cambiare la vita di altri giovani che hanno bisogno del tuo aiuto per rialzarsi.
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Prima di ascoltare la testimonianza di Patrizia Flammia, vorrei che pensassi alla sfida più grande che hai dovuto affrontare nella tua vita.
No, non è una perdita di tempo, te lo posso assicurare. A volte è davvero necessario fermarsi un secondo e pensare al proprio percorso. Gli ostacoli, le soddisfazioni e i risultati – vittorie o fallimenti che siano.
Una delle grandi sfide che deve affrontare un imprenditore è senza dubbio quella di iniziare la propria attività. Devi trovare persone che credano in te, che investano sulla tua idea, CHE TI DIANO UNA POSSIBILITÀ.
E certo avrai dato il 100% per guadagnarti quella fiducia. Ti sei fatto in quattro, lavorando giorno e notte per produrre risultati che lasciassero tutti a bocca aperta. Che li spingessero a dire: “vale la pena investire su questa persona”.
È una bellissima sensazione, vero? Avere tutte le carte e poterle giocare ad armi pari con il futuro.
Ma cosa succede quando NESSUNO CREDE IN TE?
Le parole di Patrizia ti portano in un mondo chiuso, dove tanti giovani e giovanissimi stanno scontando una pena detentiva. È il carcere minorile di Airola. Qui tanti ragazzi non hanno mai provato la sensazione di potersi guadagnare la fiducia di qualcuno.
Riesci a immaginare quanto è grande la sfida che devono affrontare? Una volta usciti dal carcere, chi si fiderà di loro? Chi scommetterà su dei giovani ex detenuti? La risposta, purtroppo, la conosci già.
Questo è il motivo principale per cui tanti di questi ragazzi, una volta usciti dal carcere, tornano a delinquere. Gli unici posti in cui vengono accettati sono le strade dello spaccio. Gli unici “datori di lavoro” disposti a farli lavorare sono i criminali.
Il problema è molto serio. Ogni giorno decine di giovani che hanno preso strade sbagliate si ritrovano a non avere altra scelta se non quella di vivere nella violenza. Ragazzini che hanno estremo bisogno di una guida, di qualcuno che gli dia gli strumenti e la forza per cambiare vita.
Ecco perché ti chiedo di ascoltare la testimonianza di Patrizia.
Perché il suo lavoro nel carcere minorile di Airola ha dato speranza a questi ragazzi.
Ti spiego il progetto, in cui la Fondazione Angelo Affinita ha creduto dal primo istante.
Grazie alla collaborazione di alcuni pizzaioli professionisti e docenti di orientamento al lavoro come Patrizia, alcuni giovani detenuti del carcere hanno potuto seguire un corso professionale per pizzaiolo.
Dalla teoria alla pratica, i ragazzi hanno appreso l’arte del fare la pizza, ottenendo un vero e proprio diploma a fine corso.
Da un’idea così semplice come questa, i risultati ottenuti sono stati incredibili. Te ne elenco alcuni:
I ragazzi hanno imparato le tecniche di base di una professione molto richiesta sia in Italia, che all’estero
Il mestiere di pizzaiolo richiede molta disciplina, sacrifici e passione, valori che i ragazzi hanno imparato durante il corso, e che si porteranno dentro tutta la vita
Alcuni fra i diplomati hanno potuto svolgere un periodo di stage presso una pizzeria di Cervinara, un’occasione di vero e proprio reinserimento nel tessuto sociale
Gli studenti del corso potranno diventare una risorsa non solo per i ristoranti della zona, ma anche per la promozione della pizza napoletana originale all’estero
Sai questo cosa significa? GIOCARE AD ARMI PARI.
Grazie a questo progetto, i giovani del carcere di Airola hanno avuto la possibilità di dimostrare il loro valore. E ora sanno che, una volta fuori dal carcere, possono fare una scelta diversa.
Questa esperienza per loro non è stata solo un corso professionale. Mettendo letteralmente le mani in pasta, hanno iniziato a credere in loro stessi. E tu sai bene quanto questo sia importante per farcela nella vita.
Come dice Patrizia, questo progetto ha abbattuto un muro.
Il muro della sfiducia.
Anzi, sono due muri! C’è la sfiducia della società nella possibilità di riscatto di questi ragazzi, e c’è la sfiducia dei ragazzi stessi, che ormai non credono più che la loro vita possa cambiare.
Ecco.
Io ti chiedo uno sforzo enorme per fare qualcosa che la maggior parte delle persone reputa impossibile: CAMBIARE LA LORO VITA.
Dai anche tu il tuo contributo per aiutare persone come Patrizia a svolgere il loro prezioso lavoro. I giovani del carcere minorile di Airola hanno solo questa chance. E se la meritano, non credi? Sono poco più che bambini, la loro vita è appena iniziata. E non può essere già persa.
Mi fido di te, Patrizia si fida di te, e anche i ragazzi del carcere minorile di Airola. Se vuoi che anche loro abbiano le possibilità per costruirsi il domani che sognano, AIUTALI ADESSO.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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A me le storie che parlano di riscatto piacciono parecchio. Non parlo di rivincita fine a se stessa, che a volte diventa qualcosa di molto simile alla vendetta.
Parlo proprio di quelle storie dove una persona, per vari motivi, si trova in un momento molto difficile della propria vita, e con sacrifici e impegno riesce a rialzarsi con le proprie forze.
Io credo nelle seconde occasioni. E tu?
A volte, una cosa semplice come la pizza può davvero salvare una vita.
Sono tante le anime che danno energia alla Fondazione Angelo Affinita. Grazie al loro aiuto e fiducia, la Fondazione è riuscita a finanziare un progetto che ha avuto un successo incredibile: il Corso professionale per giovani pizzaioli.
Nell’Istituto Minorile di Airola si è svolto un corso professionale per pizzaioli, tenuto da veri e propri esperti del settore, al quale hanno partecipato quattordici giovani detenuti. Alcuni di loro hanno poi conseguito un diploma da pizzaiolo professionista, e hanno avuto la possibilità di svolgere un periodo di stage in alcune pizzerie di Cervinara.
Sono ragazzi che fin da giovanissimi hanno vissuto realtà traumatiche. Vengono da quartieri governati dalla camorra, dove non c’è spazio per la bellezza. Molti di loro scontano pene per furto, traffico di droga, violenza domestica. In alcuni casi, anche omicidio.
Sarebbe molto più facile voltarsi dall’altra parte, vero? Far finta che queste siano situazioni che non fanno parte della nostra quotidianità, che non ci appartengono. Un altro mondo, insomma.
E invece il mondo è uno solo, e siamo tutti legati gli uni agli altri. Ci sono persone che non si curano della vita degli altri, e persone che invece fanno la differenza.
La scelta che ti si pone davanti è proprio questa: chiudere gli occhi, o AGIRE. Agire per migliorare le cose, in un mondo che troppo spesso ragiona solo con la logica dell’indifferenza.
Abbiamo deciso di rimboccarci le maniche affinché questi ragazzi possano avere un futuro una volta scontata la loro pena. Il suo è un esempio che spiega molto bene il principio che muove la Fondazione Affinita: INVESTIRE SUI GIOVANI.
Grazie ai tanti amici imprenditori che hanno creduto in questo progetto, la Fondazione Affinita ha portato nel carcere minorile di Airola dei pizzaioli professionisti conosciuti a livello mondiale, come Marco Amoriello.
Ti consiglio di leggere attentamente le sue parole – ti daranno un’idea della passione che lo anima. La stessa passione che ha dato anche a te la forza di svegliarti ogni giorno e farti in quattro per realizzare i tuoi sogni.
Cos’è la pizza? Cosa può insegnare ai giovani detenuti di Airola, una cosa così semplice come la pizza?
Prima di tutto, i ragazzi che hanno partecipato al corso hanno imparato le tecniche di base per la sua preparazione.
Questi insegnamenti si traducono in possibilità lavorative concrete, perché il lavoro da pizzaiolo è sempre molto richiesto, anche in periodi di recessione economica.
Ma c’è di più. Attraverso la pizza, questi ragazzi hanno imparato cosa significa fare sacrifici oggi per avere una vita migliore domani.
Hanno avuto la possibilità di provare l’affetto di un gruppo di lavoro dove i rapporti umani sono importanti. Perché il gruppo che si crea in cucina è una vera e propria FAMIGLIA.
Una volta usciti dal carcere, potranno iniziare a costruire il loro futuro e puntare in alto, ben oltre i confini nazionali.
Come dice Amoriello: “la pizza è una ruota che gira e che porta lontano. Conoscere il linguaggio della pizza può portare dovunque”.
Può anche portare a una vita lontana dal crimine e dalla violenza.
Io credo che questi ragazzi si meritino un domani sereno. Il loro passato è stato pieno di dolore, e adesso hanno voglia di vincere.
Ma hanno bisogno di te, per farcela.
I risultati di questo progetto sono stati incredibili. Ci sono ragazzi che sono stati assunti nelle pizzerie dove hanno fatto lo stage, e hanno potuto ricominciare a vivere. Questo progetto non deve finire qui!
Per questo conto su di te. In mezzo a tante persone che si voltano dall’altra parte, tu puoi fare la differenza. Puoi guardare in faccia la disperazione di questi giovani e aiutarli a rialzarsi.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI.
Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.
Ogni volta che vado a mangiare una buona pizza napoletana insieme alla mia famiglia, non riesco a non pensare ai ragazzi di Airola. Quello che stanno facendo è davvero incredibile. Se non conosci questa storia, tieniti forte: rimarrai senza parole.
Non sto parlando dei ragazzi che vedi nelle scuole, in palestra o a prendere il gelato in centro. Per me, i ragazzi di Airola sono quelli del carcere minorile. Sono loro che, con enorme coraggio, stanno cercando di ricostruire le loro vite spezzate.
Quando sono entrato per la prima volta nell’istituto penitenziario di Airola, quello che ho provato è stata angoscia. Vedere così tanti giovani – e giovanissimi – in cella, senza speranza, è stata davvero un’esperienza difficile da dimenticare.
Ci sono ragazzi che stanno scontando una pena per furto aggravato, per attività camorristica, per traffico di droga. Riesci a immaginarlo?
Giovani che hanno imparato ad usare la pistola ancora prima di avere la patente. Una realtà da incubo.
Ma anche quando non sembrano esserci vie d’uscita, qualcosa di buono succede. Qui ad Airola qualcosa di buono – di VERAMENTE BUONO – è successo. E ha il sapore della pizza!
Con il sostegno di imprenditori e liberi professionisti che hanno dato fiducia al progetto, la Fondazione Angelo Affinita ha finanziato un corso da pizzaiolo professionista rivolto ai giovani detenuti del carcere minorile di Airola.
I risultati sono stati incredibili! Quattordici ragazzi hanno potuto concludere il loro percorso di formazione presso la pizzeria “Al Buco” di Cervinara, svolgendo un vero e proprio stage a contatto con pizzaioli del calibro di Marco Amoriello, Giovanni Franco e Alessandro Vittorio.
Grazie al loro aiuto, questi giovani in difficoltà hanno potuto capire che attraverso la passione e il sacrificio si possono raggiungere vette altissime.
Come ben sai, gli amici della Fondazione Angelo Affinita amano le sfide. Sono persone che, come te, vogliono dare il massimo per cambiare le cose e donarsi agli altri.
Il corso per pizzaiolo professionista è stata una sfida contro la criminalità. Contro la strada del guadagno facile e delle recidive. È stata un’esperienza unica per tutti. Per i ragazzi, certo, ma anche per i pizzaioli e per coloro che hanno sostenuto il progetto e lo hanno reso possibile.
La pizza è diventata uno strumento di DIALOGO con i giovani detenuti che, vittime del loro trascorso nel penale, spesso vengono marginalizzati una volta usciti dal carcere.
Questo è un progetto veramente unico nel suo genere, e ti voglio dare cinque buoni motivi per iniziare a sostenerlo oggi:
I giovani detenuti del corso hanno imparato le tecniche di base per diventare pizzaioli professionisti. Questo darà loro la possibilità di trovare un lavoro stabile una volta usciti dal carcere e limiterà i casi di recidive.
Il lavoro del pizzaiolo è richiestissimo a livello mondiale. I ragazzi potranno avere opportunità professionali anche all’estero, iniziando carriere di successo nel campo della ristorazione.
Grazie ai pizzaioli che hanno gestito il corso, i ragazzi hanno imparato i valori del sacrificio, dell’impegno, e hanno vissuto per la prima volta un’esperienza positiva sul luogo di lavoro.
Più giovani professionisti sul mercato significa dare futuro alla tradizione della pizza napoletana, un’eccellenza italiana che deve essere salvaguardata.
Attraverso l’esperienza del lavoro di squadra, i giovani detenuti imparano i valori della famiglia, dell’aiuto reciproco e della fiducia.
Non ti sembrano risultati incredibili? Grazie all’aiuto di persone che, come te, hanno messo in gioco professionalità e generosità, i giovani detenuti di Airola potranno uscire dal carcere con un’opportunità in più in tasca.
Come dice il pizzaiolo Marco Amoriello, la pizza è una ruota che gira e che può portare in tutto il mondo. I detenuti del carcere minorile sono ragazzi che, avendo conosciuto le amarezze della vita, ora più che mai hanno voglia di VINCERE, di fare bene. Di guardare avanti.
Se anche tu, come me, pensi che tutto questo sia eccezionale, se credi che questi ragazzi abbiano il diritto di avere una seconda possibilità, allora dai il tuo contributo adesso.
Il progetto ha avuto risultati molto positivi, e tanti ragazzi del carcere minorile sperano che si possa organizzare una nuova edizione il prossimo anno. Per molti di loro, questo corso è davvero l’unica occasione di riscatto.
Ora hai cinque buone ragioni per aiutarli ad avere un futuro.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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Quante volte ti sei chiesto da dove vengono i prodotti sulla tua tavola?
Io ultimamente me lo chiedo spesso. Sento parlare di consumo responsabile, chilometro zero ed economia sostenibile, e mi rendo conto che ormai questi concetti sono diventati fondamentali per tante persone.
Ormai non siamo più alla ricerca disperata di prodotti esotici e rari. Piuttosto vogliamo che il cibo che mangiamo sia locale, sano e buono. Non solo nel gusto, ma anche nel suo significato sociale.
Quello che cerchiamo oggi è una cucina etica.
A questo proposito, la giornalista Licia Granello ha fatto un appello agli chef italiani ad usare i prodotti alimentari fatti in carcere, per offrire ai propri clienti non solo l’alta qualità, ma anche il valore del supporto sociale.
L’idea di organizzare corsi legati alla ristorazione, o in alcuni casi veri e propri ristoranti in carcere, è nata qualche anno fa e ha avuto ovunque un enorme successo. Da Nord a Sud, le eccellenze prodotte dietro alle sbarre sono tantissime.
Dal panettone artigianale del carcere di Padova, alla mozzarella di Rebibbia, al famoso ristorante “InGalera” del carcere di Bollate a Milano, questi progetti hanno permesso a tanti detenuti di diventare professionisti esperti nella produzione gastronomica italiana.
Ma soprattutto, hanno dato loro tanta speranza.E una seconda chance.
Ti racconto la storia tutta speciale di Luciana Delle Donne, top manager del mondo bancario che, a 51 anni, ha deciso di lasciare il suo lavoro a Milano per tornare a Lecce e dedicarsi alle detenute del carcere.
Grazie a tanta passione e a un pizzico di follia, ha fondato l’Officina Creativa e il marchio Made in Carcere. Oggi questo progetto conta 16 dipendenti detenute che lavorano 6 ore al giorno e percepiscono uno stipendio di 600 euro.
Ma il loro guadagno è molto più alto. Ora dopo ora, le detenute si guadagnano redenzione, speranza e una nuova dignità.
Luciana ha capito questo. Che poter cambiare la vita di chi ha sbagliato rende più ricchi di uno stipendio da top manager.
FARE DEL BENE, FA BENE.
La Fondazione Angelo Affinita, che ha da sempre un’attenzione particolare verso i più piccoli, ha subito colto il valore di questi progetti e sostiene esperienze analoghe nel carcere minorile di Airola.
Dai laboratori di ceramica, al più recente corso da pizzaiolo professionista, i ragazzi del carcere hanno avuto tante “seconde occasioni” per cambiare vita.
O meglio, per costruirsela una vita. A differenza di tanti progetti che nascono e muoiono senza lasciare traccia, quelli attivi nel carcere di Airola aiutano i giovani detenuti a imparare una professione.
Il primo corso da pizzaiolo professionista si è concluso proprio qualche giorno fa, e ci ha dato grandissime soddisfazioni.
Grazie all’aiuto del pizzaiolo Marco Amoriello 14 giovani detenuti hanno potuto imparare tutte le tecniche per cucinare il più grande prodotto della tradizione culinaria italiana: la pizza.
Ma cosa può una pizza contro infanzie traumatiche, violenza domestica, vite vissute in quartieri dove i bambini non dovrebbero nemmeno entrare?
Come può una cosa così semplice come la pizza salvare la vita di un ragazzino come Giovanni, entrato in carcere a 15 anni per spaccio di droga?
Fatti in carcere – Fondazione Angelo Affinita
La Fondazione Affinita crede che una pizza possa fare un’enorme differenza. Ed ecco perché.
Grazie a questo corso, 14 giovani detenuti non hanno solo imparato a fare i pizzaioli, ma hanno assorbito i consigli, i modi di essere e i valori dei professionisti da cui hanno imparato.
Tante volte le persone con cui si condivide il luogo di lavoro diventano una seconda famiglia. Questo è quello che è successo ai ragazzi del carcere di Airola. Questa è la ragione che spinge la Fondazione Affinita a voler portare avanti questo progetto con tutte le sue forze.
La forza della Fondazione la fanno persone come te. Persone che credono che investire sui giovani e sulla loro formazione sia sempre la risposta giusta alle tante domande che ci facciamo ogni giorno.
Le cose miglioreranno? I miei figli saranno al sicuro? Avranno il futuro che sognano?
Nel caso dei ragazzi del carcere minorile di Airola, la risposta può proprio trovarsi nella semplicità della pizza. Un’arte preziosa, una tradizione che li lega al territorio e offre concrete possibilità di crescita personale e professionale.
Se anche tu sei convinto che tutti meritino una seconda possibilità, soprattutto i giovani che vengono da situazioni disagiate, dona il tuo contributo per sostenere questo progetto. Potrai davvero dargli la possibilità concreta di cambiare vita.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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La domanda è di Patrizia Flammia, tutor del corso pizzaioli, che mi ha insegnato a vedere le cose da diverse prospettive.
Ieri abbiamo concluso il primo Corso per giovani piazzaioli destinato ai ragazzi dell’Istituto penale minorile di Airola.
Giovanni e Lucio sono i giovanissimi figli di Franco Massimo, titolare della pizzeria Al Buco di Cervinara, che ospita l’ultimagiornata di formazione all’esterno.
Il papà non c’è più da qualche anno, ma la sua presenza è molto forte: nei racconti di Giovanni, il maggiore, che ci parla di quando a 12 anni non conosceva l’uscita del sabato sera, perché lavorava e vedeva i suoi compagni uscire a divertirsi, o festeggiare il compleanno proprio nel locale di famiglia – lui che di compleanni festeggiati fuori non ne ricorda.
Ha fatto molti sacrifici, dice, ma non con amarezza e rimpianto. Il suo è orgoglio, di chi ha avuto in eredità non solo un locale da mandare avanti, o un fratello più giovane di cui deve prendersi cura.
L’eredità di Giovanni è più grande.
Poi c’è Alessandro, che in pochiminuti abbiamo ribattezzato il “terzo figlio”. È giovanissimo anche lui, 25 anni, ma a sentirlo parlare è già adulto da tempo.
Ha iniziato a lavorare dal papà di Giovanni da ragazzino, il padre era emigrato a Torino, ne ha avuto uno putativo, che gli ha insegnato il mestiere.
All’inizio, 5 euro a settimana, poi 30, poi “te ne devi andare da qui, perché vali di più di quanto ti posso dare, io ti ho insegnato tuttoquello che so”.
Alessandro, che la fidanzata lo ha lasciato perchélavorava il sabato sera (e poi si è pentita), è impaurito, ma va via e vola alto, oggi lavora in una delle più rinomate pizzerie di Benevento, è istruttore e parla con una competenza che sembra un chimico e un cuore, che sembra venire da un tempo lontano.
Anche lui di sacrifici ne ha fatti molti, anche in lui solo orgoglio e nessun rimpianto.
È questa la “convenienza” che traggono oggi dai loro sacrifici.
Due giovani pizzaioli affermati, che parlano ai giovani in formazione, li provocano, si scaldano di fronte a risposte che non condividono. Vorrebbero a tutti i costi portarli “su un’altra strada”.
Lucio, il piccolo della famiglia, 16 anni, non ci dice nulla, ma ci mostra il duro allenamento per il prossimo campionato mondiale di pizza acrobatica.
Non sappiamo se i ragazzi dell’Istituto oggi hanno imparato a fare meglio la pizza.
Quello di cui siamo sicuri è che sono stati esposti al contagio di storie sane, di giovani uomini, che vorremmo ascoltare ogni giorno.
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Pizza, formazione, lavoro e speranza dopo il carcere.
I giovani carcerati dell’Istituto Penale per Minorenni di Airola stanno facendo un percorso di formazione coi migliori pizzaioli della tradizione napoletana.
Dopo essersi diplomati come pizzaioli professionisti lo scorso dicembre, con la cerimonia di consegna dei diplomi della Scuola Italiana Pizzaioli, prosegue il percorso formativo per dare a questi giovani l’opportunità concreta per poter lavorare e non cadere di nuovo nelle maglie crimine.
Il Corso di Formazione – realizzato col sostegno economico della Fondazione Angelo Affinita – è seguito e coordinato direttamente dal Marco Amoriello pizzaiolo e 1° classificato al Campionato Mondiale della pizza per ben tre volte.
Come un pizzaiolo di fama mondiale aiuta i giovani a uscire dal carcere con un lavoro
La scorsa settimana i giovani neo diplomati hanno fatto tappa presso la pizzeria Embè di Caserta, con la presenza anche del sindaco di Caserta Carlo Marino e dell’assessore alle politiche sociali.
A fare gli onori di casa, l’istrionico pizzaiolo Alfredo Giacomo Romano che ha tenuto un corso per i giovani sulla lavorazione della pizza senza glutine. Al termine della giornata tutti i ragazzi hanno ricevuto un attestato di partecipazione.
Anche la Fondazione Angelo Affinita ha ricevuto un attestato di ringraziamento da parte del sindaco di Caserta per il supporto dato a questo progetto di formazione al lavoro all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni di Airola.
Queste le parole del sindaco di Caserta, Carlo Marino:
“Voglio ringraziare pubblicamente la Fondazione Angelo Affinita per aver contribuito a realizzare questo progetto. A voi ragazzi dico di intraprendere la strada del bene. Ora sta a voi scegliere, avete imparato un mestiere, avete appreso l’arte di essere pizzaioli. Avete l’opportunità di costruire il vostro futuro, di poter avere un lavoro, una famiglia una vita normale. Continuate su questa strada.”
Il Corso è stato strutturato per fornire una formazione completa: non solo è stato insegnato un mestiere, ma si è trattato di vero e proprio orientamento al lavoro della durata di 260 ore, con una partecipazione di circa 20 giovani, tra cui quelli che poi hanno ottenuto il diploma, suddivise in 90 giorni lavorativi fino a dicembre 2016.
Per i giovani detenuti è stata un’occasione unica non solo per imparare un mestiere, ma anche – e soprattutto – una preziosissima occasione di crescita umana, di lavoro su di sé per “essere”, prima ancora di “fare”.
Il percorso formativo ha sfruttato il forno professionale presente all’interno dell’Istituto e ha avuto una parte dedicata all’apprendimento e perfezionamento delle abilità pratiche, alternata a sessioni teoriche per riuscire a cogliere i migliori frutti del lavoro, correggere gli errori e fare le opportune valutazioni nella gestione di un magazzino alimentare a supporto di una pizzeria.
Ora si è passati alla fase successiva di stage presso i migliori pizzaioli della tradizione napoletana, con le tre tappe presso la pizzeria Il guappo di Moiano, la pizzeria Embè di Caserta e la pizzeria Al buco di Cervinara.
Il Corso di formazione per giovani pizzaioli segue la strada già tracciata in passato con “CreAttiva”, laboratorio artigianale promosso dall’Istituto penale per minori di Airola, sempre col sostegno della Fondazione Angelo Affinita. Una collaborazione che prosegue da anni e che crede fortemente in un progetto di cambiamento umano e professionale.
Il modo migliore di restituire dignità e dare l’occasione di continuare a camminare con le proprie gambe.
Vuoi contribuire anche tu a questo progetto così bello e importante?
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Offrire il tuo aiuto è semplice: puoi trasformare la tua dichiarazione dei redditi in un importante gesto di solidarietà, destinando il 5X1000 alla Fondazione Angelo Affinita Onlus.
Donazione Libera
Grazie al tuo contributo finanzieremo progetti concreti per favorire l’istruzione e l’impiego di tanti ragazzi e bambini in condizioni di svantaggio.
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