Come si rende il mondo un posto migliore?
Io me lo chiedo spesso, sai. E credo non ci sia niente di più difficile che rispondere a questa domanda.
Così la faccio a te: Come si rende il mondo un posto migliore? Spesso pensiamo di aver perso ogni speranza guardando le cose brutte che accadono ogni giorno. Sembra che non si sia nulla da fare.
Allora, perché ti faccio questa domanda? Adesso te lo dico, ma prima ti racconto di una cosa:
Ci sono al mondo uomini disperati, malgrado i proclami dei governi o delle corporazioni sovranazionali, esistono donne e uomini coraggiosi costretti a vivere una vita di stenti nei loro paesi d’origine. Molte donne africane, fra questi disperati, partono con in braccio i figli neonati e denutriti, o addirittura col pancione.
Ti sto parlando di madri, ti sto parlando di figli senza un futuro. Ma tu lo saprai meglio di me, basta sintonizzarsi su un qualunque telegiornale mi dirai. Giustissimo, ma la verità è che non piace a nessuno parlare di questa tragedia.
Parlarne seriamente dico, fuori dalla propaganda politica e le news del TG. Ma ogni giorno si consuma ogni giorno sulle nostre coste, sul nostro mare uno spettacolo indegno
Questa situazione non piace a nessuno eppure esiste.
E qui si torna alla domanda che ti ho fatto prima: Come si rende il mondo un posto migliore?
Ci sono tanti modi, TE NE DICO DUE estremamente efficaci: il primo è quello di sostenere progetti di sviluppo direttamente nei paesi del terzo e del quarto mondo e noi proviamo a farlo da qui.
Il secondo, ed è di questo che oggi voglio parlarti, è quello di accoglierli in piccoli rifugi sul nostro territorio.
Piccoli rifugi contro lo scempio a cui ogni giorno siamo costretti ad assistere.
Uno di questi è il progetto delle suore orsoline chiamato “Casa di Rut”, che ha sede a Caserta. Questo mira a dare una prima accoglienza a queste donne disperate e ai loro bambini, sostenendoli economicamente (con contributi per le rette del nido o per l’affitto della casa, ad esempio) per un periodo che va dai 6 ai 12 mesi.
Casa di Rut ogni anno toglie dalla strada decine e decine di donne costrette al malaffare e alla prostituzione e dona loro la possibilità di poter camminare con le proprie gambe.
Per questo la Fondazione Angelo Affinita ha deciso di sostenere questo progetto, perché dona loro la possibilità di farcela. Perché aiuta queste madri ad affrontare il cammino burocratico per mettersi in regola.
Ma il contributo fondamentale è quello di insegnare a queste ragazze un mestiere, un mestiere vero, inserendole così in un processo virtuoso che, fuori da obsolete pratiche assistenzialiste, consenta loro l’indipendenza economica che meritano.
Il lavoro delle Suore nella gestione della Comunità – che attualmente ospita 8 giovani donne: 5 in Casa di Rut (1 con figlio piccolo, 2 incinte e 2 sole) e 3 nell’appartamento in via Leonardo da Vinci, sempre a Caserta – non smette di starci a cuore.
Come vedi, è possibile rendere il mondo un posto migliore, a partire anche dalle piccole cose. Da percorsi di accoglienza, dove si costruisce un futuro CONCRETO per chi è davvero in difficoltà. E pensa di aver perso ogni speranza.
Una speranza alla quale puoi contribuire anche tu.
Mio padre diceva “È l’uomo che fa la differenza”.
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Giovanni Affinita