La testimonianza che voglio condividere con te oggi è quella di Padre Renato Chiera.

Spesso mi capita di leggere articoli che parlano del Brasile come di una terra abbandonata e violenta. Per questo ho pensato di farti conoscere una realtà di accoglienza e amore, che si oppone a tutto questo.

Padre Renato vive e lavora da 30 anni nelle parti più povere del Brasile. Nelle periferie delle grandi città, dove si trovano gli indesiderati.

Drogati, bambini di strada e giovani adolescenti che vivono e muoiono senza che nessuno se ne accorga.

In questo video Padre Renato parla del grido che lo ha spinto a iniziare la sua attività in Brasile. Il grido disperato di questi indesiderati, lasciati ai margini di una società che ha smesso di ascoltare i bisogni primari delle persone.

Una notte di Gennaio del 1983 uno dei ragazzi che Padre Renato ospitava nella casa canonica è stato ucciso dagli squadroni della morte. Poco tempo dopo, in un solo mese 36 adolescenti hanno subito lo stesso destino nel villaggio di São Miguel Arcanjo, di cui era parroco.

Una sola frase da parte di uno dei sopravvissuti è bastata per iniziare il grande progetto di Casa do Menor: “Padre, nessuno fa niente. Io non voglio morire.”

Eccolo il grido. La richiesta di essere accolti e amati. Il bisogno di essere chiamati figli.

30 anni fa nasceva la Casa do Menor, un luogo di speranza che si è opposto con forza ai vari problemi sociali del Brasile. La droga, la criminalità, la povertà, la prostituzione – spesso minorile. Ma c’è di più.

La Casa do Menor è una realtà che accompagna chi vi abita lungo tutto il percorso della vita, dalla prima accoglienza, alla scuola, ai corsi professionali e infine al mercato del lavoro.

Solo quest’anno, la sede di São Miguel Arcanjo offre 600 posti per ragazzi a partire dai 12 anni, per frequentare corsi professionali in vari settori, dal meccanico al tecnico informatico, alla parrucchiera. Un’occasione concreta per cambiare vita.

Questo è il luogo delle seconde occasioni. Dove nessuno viene lasciato solo a se stesso.

C’è una storia molto bella che mi piace raccontare. È quella di Rosi, una ragazza che ha passato la sua infanzia nella Casa do Menor, ma che una volta uscita è rimasta vittima di scelte sbagliate.

Dopo 6 anni di dipendenza dal crack, che comprava lavorando ogni giorno come prostituta, ha chiesto di nuovo l’aiuto di Padre Renato e della sua famiglia, che l’ha accolta a braccia aperte.

Adesso Rosi è una delle operatrici della Casa do Menor, e accompagna sempre Padre Renato nei quartieri della droga, dove dona il suo amore ai cracados, come vengono chiamati i dipendenti da crack.

È incredibile vedere la forza con cui li abbraccia, la dolcezza con cui parla con loro. Anche nel luogo più abbandonato della terra, dove le persone sono trattate come scarti, un abbraccio può fare la differenza.  

La Fondazione Angelo Affinita sostiene la Casa do Menor da tanti anni, perché crede nel lavoro che sta facendo sul territorio. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per dare un futuro ai progetti di Padre Renato, che sono davvero l’unica opportunità di salvezza per moltissime persone.

Succede una cosa molto strana quando si sostiene un progetto come questo. Inspiegabilmente, la persona che dona diventa quella che riceve di più.

Dando il tuo contributo, riceverai in cambio una ricchezza molto più grande. Quella che nasce dalla consapevolezza di aver aiutato Padre Renato a continuare la sua missione coraggiosa. Riceverai la gioia di essere diventato UN DONO PER GLI ALTRI.

È un atto molto raro, quello di donarsi agli altri. Richiede il sacrificio di rinunciare a un po’ delle cose che possediamo, e sicuramente non è una rinuncia facile.

Ma non c’è ricchezza che possa dare più gioia di sentirsi parte di un progetto come la Casa do Menor. Qui non importa solo quello che hai, ma chi sei e cosa puoi fare.

Tu, adesso, puoi fare molto. Puoi credere in Padre Renato e nella Fondazione Angelo Affinita, aiutando la Casa do Menor ad essere sempre più presente e attiva sul territorio.

La battaglia contro la droga, gli abusi sessuali, la prostituzione minorile e la corruzione deve essere combattuta a livello globale.

Sostieni Padre Renato, e chiediti: “che mondo vogliamo costruire?”

Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.

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Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.

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