Questo 2015 si sta rivelando come l’annus horribilis per il Brasile, con un milione di nuovi disoccupati, un PIL che ha visto un crollo del 3% annuo e il declassamento dei bond brasiliani al livello “spazzatura”. Un declino simile a quello di Dilma Rousseff, i cui conti 2014 sono stati bocciati dalla Corte dei Conti verde-oro: sulla presidente è piombata una procedura di impeachment per un mastodontico falso in bilancio.
C’è una piaga che sconvolge in lungo e in largo il gigante sudamericano: la corruzione. Nel 2014 è saltata fuori una tangentopoli senza precedenti, che ha avuto e sta ancora avendo ripercussioni profonde nella politica e nel tessuto socio-economico del Paese. I problemi preesistenti rischiano di aggravarsi e, come se non bastasse, il welfare statale non fa che contrarsi, rendendo la popolazione brasiliana sempre più vulnerabile.
I magistrati hanno evidenziato passività nel sistema della previdenza sociale pari a 2,3 miliardi di reais (circa 500 miliardi di euro). Non è tutto: gli investimenti in proporzione al PIL sono crollati dal 23% del 2006 ad un misero 16% attuale, una percentuale davvero bassissima, insufficiente a garantire una qualche crescita. Per questo c’è bisogno di aiuto.
Dal 1986 l’associazione “Casa do Menor” è impegnata nella difesa dei diritti degli ultimi. Ha tolto dalla strada 15 mila bambini e adolescenti, ha sostenuto la riabilitazione dei tossicodipendenti da crack, ha istituito numerosi corsi professionalizzanti. In poche parole, ha dato una famiglia e un lavoro a chi non l’aveva.
Da 12 anni la Fondazione Angelo Affinita affianca le attività dell’Associazione. Abbiamo dato una mano a costruire numerose case per accogliere attività culturali e sportive, ambulatori medici e scuole. “Casa do Menor” ora barcolla, scossa dal terremoto politico ed economico che ha travolto il Paese. I grossi tagli alla spesa pubblica preventivati dal governo sono una spada di Damocle pronta a cadere sul futuro del Brasile, e cioè sui suoi giovani.
Puoi allontanare la minaccia insieme a noi, con una donazione.
Giovanni Affinita