A fine 2014 nelle carceri italiane lavorava solo 1 recluso su 4. Un dato che fa riflettere.
Nella quasi totalità dei casi non si tratta nemmeno di lavori degni di questo nome, bensì attività dallo scarso impegno e dalla limitata utilità sociale. Un modo come un altro di gettare al vento del tempo prezioso, che meriterebbe di essere trascorso in maniera più costruttiva.
Non è solo tempo di espiazione di un crimine, ma dovrebbe essere tempo anche per costruire il futuro fuori dal carcere.
Cosa che non è impossibile ed anche auspicabile.
Voglio farti un paio di esempi.
A Milano, all’interno del Carcere di Bollate, da qualche mese è attivo un ristorante piuttosto singolare: si chiama, appunto, InGalera. Un nome non molto accattivante, a dire il vero, per un progetto che però ha tutta l’aria di una bella iniziativa: “aprire” al pubblico un luogo di reclusione. Frutto della sinergia tra enti pubblici e privati, il locale impiega e “riforma” adulti con tanti anni da scontare dietro le sbarre.
L’Istituto Penale Minorile di Airola (BN) con “CreAttiva” porta avanti un sogno più grande: dare un futuro a dei ragazzi. Se InGalera si rivolge ad adulti che hanno già “l’età della ragione”, CreAttiva pensa ai minori, a chi ha sbagliato prestissimo in questo cammino che è la vita.
Giovani, giovanissimi, che possono e vogliono cambiare, che vogliono e devono poterne avere la possibilità. E noi siamo qui per dargliela.
CreAttiva interviene concretamente, non fa elemosina, non sperpera denaro. Perché se esiste un antidoto efficace contro l’illegalità e l’emarginazione, quello è senza dubbio il lavoro, il lavoro onesto.
Il Beneventano è celebre per le sue ceramiche artistiche, per i manufatti straordinari della zona di Cerreto Sannita – San Lorenzello. Una tradizione che continua nei ragazzi dell’Istituto, un mestiere antico e nobile che, anche in carcere, viene riscoperto e valorizzato.
Cosa può dire questo a te e alla tua attività o azienda?
Intanto che esiste sempre una seconda possibilità, se si scommette sulle persone. Dare strumenti per arrivare alle risposte, non dare direttamente risposte preconfezionate.
Poi, non occorre cercare risorse lontane. Come vedi, nel carcere di Airola viene insegnata un’eccellenza del territorio. Si insegna un mestiere concreto, ma non solo. Si insegna una cultura del lavoro costruita in decenni di tradizione.
Ecco, non solo il lavoro. Ma anche l’ETICA del lavoro. Del camminare con le proprie gambe. Dell’essere autonomi. Questo diventa nel medio e lungo periodo il REALE VALORE AGGIUNTO per qualsiasi attività.
La Fondazione Angelo Affinita ha destinato all’Istituto di Airola, dal 2012 ad oggi, più di 25 mila euro.
Ogni anno abbiamo aiutato decine di giovani, selezionati in base all’interesse e alle capacità individuali, a trovare o a ritrovare la propria strada, con le loro gambe.
Per il 2016 la sfida sarà la stessa, se non più grande. Possiamo far sì che questi ragazzi possano camminare da soli.
Dare loro un futuro concreto e onesto. Insegnare un’etica del lavoro. Costruire insieme un tessuto lavorativo, imprenditoriale diverso. Anche a partire dal carcere.
È l’uomo che fa la differenza.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza?
Puoi dare il tuo contributo a partire da qui.
Giovanni Affinita