Brunello Cucinelli, nato in provincia di Perugia nel 1953, è oggi un imprenditore di successo. Affascinato dalla natura e dal paesaggio della sua Umbria, nel 1978 ha un’intuizione semplice ma per quei tempi innovativa: portare il colore nei maglioncini di cashmere. Con investimenti oculati, bacini di espansione studiati e qualità di lusso è riuscito a far sì che il suo nome fosse conosciuto in tutto il mondo (il suo made in Italy, infatti, è venduto in più di 50 Paesi).
La chiave è non pensare solo al proprio tornaconto: Cucinelli ha reinvestito una parte consistente dei suoi guadagni nel restauro e nella riqualificazione di Solomeo, un borgo umbro costruito tra il XII e il XIII in cui ha deciso di far crescere la sua azienda. Anno dopo anno, grazie ad un’appassionata costanza, il borgo è tornato a prosperare, insieme ai suoi abitanti.
Giusto profitto, rispetto dell’ambiente, progettazione a lungo termine. Il fatturato sempre in positivo e la quotazione in borsa rappresentano solo la punta dell’iceberg, perché lavoro ed etica sono tutt’uno. In un cambio decisivo e coraggioso delle visioni classiche, Brunello Cucinelli valorizza il ruolo degli artigiani con incentivi superiori rispetto a quelli riservati agli amministrativi.
Come vedi, è l’attenzione al prossimo, l’attenzione all’uomo che fa la differenza.
L’esempio di Cucinelli fa sognare molti altri imprenditori o aspiranti tali. Da storie come questa possono sorgere tanti stimoli e riflessioni su come condurre un’azienda in maniera virtuosa e vantaggiosa. Una storia che appare tanto più bella se si pensa che “il re del cashmere” ha origini umili e non ha potuto contare su risorse già presenti nel portafoglio dei suoi genitori.
La Fondazione Angelo Affinita sa bene che non tutti nascono con la camicia, con la fortuna, cioè, di non avere problemi economici in famiglia. Con il progetto “Io da grande sarò” mettiamo a disposizione borse di studio del valore di 8 mila euro per i Master IPE in Finanza Avanzata e in Bilancio & Revisione Contabile. Perché vogliamo che i nostri giovani di talento possano avere le stesse chances di diventare i nuovi Cucinelli, indipendentemente dal conto in banca di partenza.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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