Spesso ti ho parlato del nostro modo di intendere l’aiuto.
Della ragione che ci ha spinti verso la creazione e il sostegno di questa Fondazione e che per questo motivo ci guida oggi verso sfide sempre nuove e sempre diverse.
Non ti sembra importante?
Noi dobbiamo stare al passo coi tempi, dobbiamo adeguarci, se vogliamo davvero aiutare, al mercato contemporaneo e alle sfide che questo ci lancia.
Quello che succede oggi è sotto gli occhi di tutti, tantissimi uomini, tantissime donne e tantissimi bambini scappano dalle più disparate guerre fratricide. Molti di loro si rimboccano le maniche e, arrivate in Italia, cercano di ricostruire la propria vita.
Alcune di queste donne sono l’oggetto del mio racconto di oggi, alcune di queste donne sono le favolose ragazze della Cooperativa New Hope.
È vero. È tutto vero. Per questo da un paio di mesi a questa parte ti racconto con insistenza della Cooperativa New Hope. Il motivo è semplice: Stanno davvero cambiando la loro vita.
La Cooperativa New Hope nasce, come ti ho scritto molte volte, nel 2004, direttamente dal progetto Casa di Rut, il nostro “piccolo rifugio”, la nostra nursery in cui donne emigrate dai loro paesi, donne che scappano dalla fame e dallo sfruttamento possono essere accolte.
Ma, come sai, il vero aiuto è per noi quello che mette in grado le persone di ottenere la piena autosufficienza, cosa molto molto diversa dall’elemosina.
Per questo motivo è nata la Cooperativa sociale newHope, un laboratorio di sartoria etnica per la formazione e l’avviamento al lavoro di giovani donne, prevalentemente immigrate, sole e con figli, in situazione di difficoltà.
OGGI VOGLIO FARTI VEDERE I PRODOTTI DELLE RAGAZZE DELLA NEW HOPE: OGGI VOGLIO MOSTRARTI LE BAG realizzate insieme a LIBEES e alla bravissima designer Margherita Cittadino.
Ne parla anche il giornale Il Mattino, guarda qui:
Sono queste le bellissime borse realizzate dalle donne che lavorano in cooperativa (tre africane, due italiane disabili, oltre alla la presidente dell’est europa) sono donne in passato accolte da Casa Rut, assunte con contratto part-time, che hanno come paga base 700 euro.
Guarda coi tuoi occhi il loro lavoro, realizzato in collaborazione con libees design, che mescola la creatività e il design africano con la struttura e la moda europee.
Illustrazioni narrative, colori caldi e figure. Tutto il corredo perfetto per fare di questo prodotto un prodotto di successo, non il solito prodottino di manifattura etnica, ma la base di un mercato in crescita.
Noi siamo convinti che sia questa la radice del vero aiuto, tu che ne pensi?
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
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