Nel 2012 nel mondo vi erano 902 milioni di persone in povertà estrema. Secondo le ultime stime, per questo 2015 la cifra è già prossima ai 702 milioni. La scomparsa della miseria assoluta è il primo dei traguardi che l’Onu si è prefissata nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Sarà una sfida durissima, in una congiuntura storica complicata, tra mercati finanziari altalenanti, guerre continue e alti tassi di disoccupazione giovanile.

Ci sono 200 milioni di disperati in meno. Ci sono 200 milioni di persone che sono finalmente fuori dall’inferno della fame, dell’indigenza che più umilia. A cominciare dall’Africa sub-sahariana, ancora in gran parte prigioniera di lotte armate, corruzione e sottosviluppo. Una riduzione della povertà avvenuta attraverso un processo dal basso verso l’alto, grazie all’innovazione, al commercio e alla disponibilità di energia.

L’affermarsi di un’economia della condivisione ha risultati straordinari sulla crescita. Forse qualcuno dovrebbe ammettere di essersi sbagliato sulla portata effettiva della globalizzazione. Il dinamismo derivato da un libero mercato, seppur rudimentale, rappresenta il miglior antidoto alla miseria, che invece è frutto di immobilità sociale e mancanza di autonomia. Certo, tutto deve partire da fondamenta solide, robuste: come una sanità davvero efficiente e un’istruzione accessibile a tutti.

Per questo la Fondazione Angelo Affinita supporta il progetto Ndogmbiang-Edéa, parte di un vasto programma di crescita sostenibile che il Centro Studi Nolanga ed il Centro Culturale Lobéké stanno gestendo nel villaggio di Ndogmbiang, in Camerun. In una zona rurale come questa i problemi che affliggono il Paese africano sono più accentuati: l’analfabetismo (diffusissimo: coinvolge quasi il 30% degli abitanti) e l’assenza di adeguata assistenza medica dilagano.

Il Progetto mira perciò a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, attraverso cure sanitarie e corsi di formazione o tramite l’assistenza allo sviluppo delle comunità con la costruzione di scuole, cliniche e chiese. Dal 2011 ad oggi le donazioni hanno permesso di curare più di mille persone e di sostenere centinaia di studenti. L’obiettivo ultimo è quello di incoraggiare i giovani a lavorare per il bene dei loro concittadini più poveri.

“Siamo la prima generazione nella storia dell’umanità che può porre fine alla povertà estrema”, ha dichiarato Jim Yong Kim, Presidente della Banca mondiale. Abbiamo la possibilità unica di offrire un’opportunità immensa, il dovere non solo morale di dare dei diritti ad un’umanità svantaggiata.

Con una tua donazione si può fare, insieme.

Giovanni Affinita