Ci vuole coraggio oggi a fare impresa.

A lavorare in proprio, a costruire un sogno di lavoro partendo da zero.

Ci vuole un gran coraggio, perché se ti guardi intorno, ti viene lo sconforto: aziende che chiudono, disoccupazione, giovani disperati.

Cosa penseresti se ti dicessi che a voler fare impresa, a lavorare in proprio, a costruire un sogno fossero donne giovani vittime di violenze indicibili?

Donne con bimbi piccoli spesso costrette da uomini spietati a prostituirsi.

Oggi ti voglio raccontare una storia che ha dell’incredibile, che credo possa esserti utile quanto lo è per me. La storia di coraggio e di lavoro di queste donne.

Io, come sai, sono molto legato ai progetti della nostra Fondazione Angelo Affinita.

Sono legato ad ognuno dei nostri progetti, e lo sono perché non interveniamo, non ti facciamo intervenire, se non siamo sicuri al cento per cento che l’investimento vada a buon fine.

Se OGNI SINGOLO CENTESIMO DONATO non va TUTTO nel progetto.

La Fondazione è nata grazie a un uomo, Angelo Affinita, che ha tracciato un solco nel modo d’intendere il fare del ben in Italia, e questo solco è tanto semplice quanto di enorme impatto: NON fare beneficenza o assistenzialismo, MA aiutare le persone in difficoltà A CAVARSELA DA SOLE.

Gli strumenti essenziali? Sono 2: formazione e lavoro. Punto, stop.

Se oggi ci vuole grande coraggio a tornare a una vita nuova, a lavorare (per giunta con uno stile di impresa!), per riuscire bisogna formarsi. Capire quali strumenti usare, fare pratica e poi camminare in autonomia.

QUESTA è l’UNICA strada. Ed è la strada che stanno percorrendo ragazze giovani vittime di violenza.

Così, oggi ti parlo della Cooperativa New Hope e delle sue ragazze.

Questo progetto ha alla base tutti i nostri principi, questo progetto aiuta giovani donne, giovani madri in difficoltà a rimettersi in piedi, a camminare con le proprie gambe e a migliorare le proprie vite.

Come si fa?

Vieni, ti spiego, perché può essere utile a entrambi…

Questo ci spinge a trasformare situazioni difficili in storie di successo. Questa è la nostra idea di aiuto.

Prendiamo ad esempio la Cooperativa New Hope: le ragazze che ci lavorano sono donne che vengono da un passato difficile ma che, grazie al nostro aiuto (che poi è anche e soprattutto il TUO), sono riuscite ad adeguarsi al mercato contemporaneo e alle sfide che questo ci lancia.

La Cooperativa New Hope nasce, come ti ho scritto molte volte, nel 2004, direttamente dal progetto Casa di Rut.

In Casa di Rut (altro progetto da noi sostenuto e che ti suggerisco di approfondire) queste donne possono ritrovare se stesse, dedicare tempo all’iter burocratico per il permesso di soggiorno, dedicarsi ai loro figli.

Dopo questa prima fase, questa fase di assestamento, queste donne hanno bisogno di affrancarsi economicamente, di rendersi indipendenti.

Per questo imparano la nostra lingua, almeno i suoi rudimenti, mentre rimangono in Casa di Rut.

Ma passati i primi mesi molte di loro sentono l’esigenza di affrancarsi, di camminare con le proprie gambe e, neanche a dirlo, noi ne siamo felici e inorgogliti. Da questa loro esigenza infatti parte il progetto della nostra New Hope, la nostra nuova speranza, il nostro piccolo sogno.

La Cooperativa altro non è che un laboratorio di sartoria etnica per la formazione e l’avviamento al lavoro di giovani donne in situazione di difficoltà.

Ma non è, come potrebbe sembrare, il solito laboratorio etnico senza interessi. Il nostro progetto è una vera e propria piccola impresa.

Le creazioni di queste ragazze infatti incontrano il gusto di un vasto pubblico e la loro ultima borsa, la LIBEES BAG, ha avuto un enorme successo.

Quello di cui ti sto parlando è un prodotto di successo. Illustrazioni narrative, colori caldi e figure.

È forse questo il vero coraggio, riuscire a impiantarsi in una cultura che non ci appartiene ereditando il meglio dalla nostra. Riuscire a impiantarsi in un mercato che ci è estraneo, senza mai dimenticare le nostre radici.

Quella di cui ti sto parlando è una bella storia di coraggio e di lavoro, di cui sono fiero, di cui tutto lo staff della nostra Fondazione va fiero.

Per questo ti chiedo di dare un’occhiata al progetto, alle testimonianze video delle nostre ragazze e perché no, anche a questa magnifica borsa.

Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.

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