In Europa, oggi, il 24,5% della popolazione (vale a dire: più di 100 milioni di persone) vive a rischio povertà e negli ultimi anni si è registrato un aumento piuttosto che una riduzione. I minori in questa condizione sono più di 1 su 4 (in Italia 1 su 3). La crisi ha cambiato il volto della povertà, che espone all’esclusione sociale soprattutto i giovani, le famiglie con più di un figlio e i cosiddetti “lavoratori poveri” (a testimonianza del fatto, inedito, che il lavoro possa non bastare).
Le capacità di welfare del più importante ammortizzatore sociale in Italia, la famiglia, sono messe a durissima prova. La famiglia diventa la prima davvero colpita dalla povertà. La crisi economica sta inasprendo la polarizzazione della società tra ricchissimi e poverissimi. Si ingrandisce così la frattura tra centro e periferia, già accentuata dai tagli alla spesa pubblica, che vanno a colpire in particolar modo proprio chi gestisce in prima battuta questi problemi, e cioè gli enti locali.
Se le risorse pubbliche non sono sufficienti a soddisfare i bisogni e le esigenze dei cittadini, occorre pensare a soluzioni diverse. Una di queste è rappresentata dal “secondo welfare”, un mix di protezione e di investimenti sociali a finanziamento privato, garantito da un’ampia serie di realtà economiche e non, fortemente ancorate nel territorio. È un gradito ritorno alla responsabilità sociale d’impresa, se vogliamo, o un tipo di filantropia assolutamente necessaria.
È esattamente lo scenario in cui opera la Fondazione Angelo Affinita. Da anni abbiamo assunto l’impegno, sia da lavoratori che da cittadini stessi, di dare un contributo concreto alla crescita e allo sviluppo della comunità, a partire dalle fasce più deboli. Col progetto “Io da grande sarò”, ad esempio, si sostengono gli studenti meritevoli e si sopperisce alle difficoltà economiche delle loro famiglie. Con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza professionale e umana. Perché la povertà la si sconfigge dalle fondamenta: insegnando alle persone a camminare con le proprie gambe. Insegnando un lavoro, donando strumenti concreti.
Far radicare una cultura imprenditoriale nel territorio è di vitale importanza. Per questo ogni anno eroghiamo 2 borse di studio (del valore di 8 mila euro) per un Master IPE in Bilancio, Revisione contabile e Controllo di Gestione.
I ragazzi di oggi possono essere gli imprenditori di domani. Ma non tutti hanno la fortuna di avere alle spalle una famiglia economicamente robusta e per questa ragione, spesso solo per questa ragione, si trovano a dover rinunciare.
È una situazione che puoi evitare, assieme a noi, con la tua donazione.
Giovanni Affinita