Dal Brasile ci giungono grida disperate d’aiuto. I giovani, soprattutto adolescenti che fanno uso di droghe, sono abbandonati a loro stessi, finendo per essere presto uccisi o imprigionati. L’aumento vertiginoso delle violenze, in particolare da parte di ragazzi o bambini, si sta rivelando una vera e propria piaga sociale.

Alcuni ritengono, semplicisticamente, di risolvere tutto con la riduzione dell’età punibile dai 18 ai 16 anni. Altri credono, come il sottoscritto, che sia necessario trovare soluzioni più complesse, partendo dalla famiglia e dall’educazione fino ad arrivare alla politica. Bisognerebbe intervenire soprattutto nella prevenzione: aiutando questi ragazzi a non entrare nel narcotraffico e nel giro della criminalità, dando loro la possibilità di formarsi e di costruirsi un avvenire.

In 29 anni di attività l’associazione Casa do Menor di Padre Renato Chiera ha salvato dalla strada decine e decine di migliaia di bambini e adolescenti. Ha offerto un’altra “famiglia” a chi non l’aveva più e ha dato sostegno alle comunità più povere; ha preparato i giovani al mondo del lavoro attraverso corsi professionalizzanti e ha fornito un’educazione scolastica a coloro i quali non hanno mai avuto l’opportunità di frequentare una scuola normale; ha sopperito alla carenza di assistenza medico-ospedaliera.

Casa do Menor è coinvolta in diversi movimenti che in Brasile lottano per i diritti umani di adulti e minori. È presente nel Consiglio Statale di Difesa dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti; fa parte del Movimento Nazionale dei Giovani del Paese, come pure del Movimento Nazionale dei Diritti Umani. Inoltre, grazie ad una recente collaborazione stipulata con l’università statale di Rio de Janeiro UERJI ha permesso a ragazzi di strada di disporre di borse di studio e laurearsi.

La Fondazione Angelo Affinita dal 2003 ad oggi ha donato oltre 400 mila euro all’associazione di Padre Renato. Ma, ciononostante, Casa do Menor è stata costretta a chiudere alcune case famiglia e diverse attività importanti per mancanza di fondi, insufficienti a coprire il pagamento degli stipendi.

La crisi del Brasile e del mondo è anche la crisi della solidarietà. Ed è una crisi che ci riguarda tutti, dai più ricchi ai più poveri. Nessun essere umano è un’isola: possiamo venirne fuori solamente insieme, ognuno col proprio contributo.

Aiuta anche tu queste migliaia di ragazzi: sembrava impossibile e invece…

Giovanni Affinita