È di questi giorni la notizia della marcia delle donne contro il nuovo governo Trump.
Ma non voglio parlare di questo: ognuno, nei paesi democratici, è libero di portare avanti come vuole e come può la propria personalissima battaglia. Questo vale tanto per i sostenitori quanto per i detrattori di Trump.
Quello di cui voglio parlarti oggi, oggi che si parla di nuova rivoluzione femminista, è una piccola rivoluzione, meno rumorosa ma forse più efficace, che si porta avanti ormai da qualche anno e che sta portando nei nostri cuori tanta tanta gioia.
Ci sono donne infatti che silenziosamente portano avanti la loro battaglia.
Una battaglia di emancipazione, una battaglia di diritti, una battaglia, importantissima quest’ultima cosa, di LAVORO.
È infatti tramite il lavoro, come la nostra associazione sostiene da sempre, che si può raggiungere la piena autonomia e indipendenza.
Ma procediamo con ordine:
Cominciamo col pensare quanto siamo fortunati.
Quanto siamo fortunati a tornare a casa dopo il lavoro e a trovare delle stanze calde e del buon cibo sul piatto. Giusto ieri infatti, tornando a casa, stavo riflettendo su questo punto. Questo ho detto ai miei figli. Questo ho detto a mia moglie.
Mesi fa invece le ho regalato una borsa (e anche questo dettaglio tornerà utile) una bella borsa, che lei ha gradito molto. Una borsa etnica, piena di storia e di storie.
I due discorsi sembrano molto diversi tra loro: da una parte il mio pensiero sulla fortuna che (ringraziando il cielo) la maggior parte degli italiani hanno, dall’altra il regalo che ho fatto a mia moglie.
Cosa tiene insieme e lega questi due fenomeni?
Ma è molto semplice: la borsa in questione ha infatti in sé la forza grandiosa di un’idea, porta dentro le storie tremende e bellissime di chi l’ha realizzata.
Quella borsa è stata creata da mani sapienti, da mani che hanno viaggiato, che hanno seguito la via del mare e sono state catapultate, troppo spesso, da una miseria all’altra.
Quando la nostra Fondazione è nata, ormai tanti anni fa, tutti i suoi agenti, tutte le persone che hanno lavorato per la nascita di questa speranza, hanno pensato agli ultimi. A quelli che sono afflitti dalle difficoltà.
Ma il nostro aiuto non doveva e non poteva basarsi sulla semplice elemosina, non doveva, per nessuna ragione, aggiungere un altro tassello al poco funzionante domino dell’assistenzialismo (statale o privato poco importa).
Per noi l’aiuto è un concetto molto differente, vogliamo infatti portare alla luce e sostenere tutte le realtà che, invece di regalare un pesce a qualcuno, insegnano a quel qualcuno l’arte della pesca, in modo che possa finalmente essere indipendente.
Cerchiamo quindi di costruire per questa gente un mondo capace di interpretare la loro volontà di lavorare e che li faccia finalmente arrivare a una professione.
Perché è l’aiuto il nostro vero obbiettivo.
Perché quelle di cui ti ho parlato sono LE BASI DELLA COOPERATIVA NEW HOPE, e questi sono i nostri principi, quelli che ci guidano verso un nuovo modo di fare beneficenza.
NOI, infatti, NON VOGLIAMO FARE LA BENEFICENZA.
VOGLIAMO CREARE RICCHEZZA UMANA, SPIRITUALE, MATERIALE.
È per questo che sono legato ad ognuno dei nostri progetti, e lo sono perché noi non interveniamo, non ti facciamo intervenire, se non siamo sicuri al cento per cento che l’investimento vada a buon fine.
Le ragazze della Cooperativa New Hope (quelle della nuova borsa di mia moglie) arrivano tutte da storie difficili, da storie al limite del possibile:
Sono ragazze che hanno dovuto lasciare il loro paese, lasciarlo per l’ignoto, per il mare, per lunghissimi viaggi in auto per arrivare in un paese, l’Italia, dove invece della ricchezza trovano un nuovo sfruttamento.
Ma anche con queste tremende storie alle spalle, e grazie al nostro aiuto (che poi è anche e soprattutto il TUO), sono riuscite ad adeguarsi al mercato contemporaneo e alle sfide che questo lancia.
Così hanno voluto crearsi un lavoro e, nel 2004, è partito questo piccolo laboratorio di Sartoria, che adesso cresce sempre, sempre di più.
La Cooperativa è infatti un LABORATORIO ETNICO che punta all’avviamento al lavoro di giovani donne al lavoro.
Questa è la chiave del loro successo. E questo potrebbe essere l’inizio di una nuova avventura da scrivere insieme.
Il tuo contributo è FONDAMENTALE. Il futuro di queste giovani donne abbandonate da tutti dipende anche da te. Dalla tua generosità, dal tuo cuore grande e dal tuo essere imprenditore.
Perché…
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI. Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato a mio padre.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.