“Se dobbiamo costruire nuove scuole, meglio farle in periferia, e lo stesso vale per gli ospedali o gli auditorium. Questa è la scommessa dei prossimi decenni: trasformare le periferie in pezzi di città felice”. Sono parole di Renzo Piano, che su Il Sole 24 Ore ha presentato la sua rivoluzionaria idea di scuola, disseminata di punti d’incontro e aggregazione in cui si celebra il rito dell’urbanità. Perché “occuparsi di edifici scolastici è un rammendo che, ancora prima che edilizio, è sociale”.
Renzo Piano pensa ad un modello di scuola su tre livelli: il piano terra è la connessione con la città, il primo piano ospita gli spazi di studio, il tetto è il luogo della libertà e dell’esplorazione. Un mondo di “emotività recuperata, dopo tanti edifici che assomigliano a caserme o a magazzini”. Un’inversione di rotta decisa, dal momento che sinora la scuola è stata spesso l’isola in cui l’adulto confina il bambino, come in una sorta di triste esilio.
Il piano terra è ideato in modo tale da diventare un luogo di scambio con il quartiere. Al centro il celebre architetto immagina “un giardino con un grande albero sul quale si affacciano la palestra-auditorium, la sala prove, i laboratori dove i ragazzi si incontrano con associazioni e abitanti”. Ma esiste già qualcosa che si avvicina parecchio al progetto concepito dall’archistar: il Mammut Bus del Centro Mammut di Scampia, ad esempio.
Il Centro Mammut promuove e sperimenta forme di coesione sociale e di convivialità nel napoletano e nel resto d’Italia, dando stimoli culturali ai giovani e proponendosi come raccordo tra territorio e scuola, tra pedagogia e riqualificazione urbanistica. Rivitalizzando i margini e ridando dignità agli emarginati, offre un’alternativa possibile e credibile alla passività ludica e all’abbandono, con centinaia di bambini e ragazzi coinvolti nelle sue attività.
La scuola dovrebbe vivere per molte più ore rispetto a quelle richieste per la didattica. Si può trasformarla in un contesto in cui piccoli e grandi formano l’attitudine allo scambio, dove si imparano ad apprezzare le diversità e si sviluppa la solidarietà. La Fondazione Angelo Affinita, sia attraverso il progetto Mammut Bus che con altre iniziative, sostiene con convinzione queste realtà d’impegno concreto, rimedi efficacissimi contro il degrado urbano e umano.
Lo sguardo dei bambini spazia verso l’infinito. Aiutiamoli a pensare in grande, con una donazione.
Giovanni Affinita