Foto di copertina: Gruppo di Solidarietà Internazionale Amici di Joaquim Gomes ONLUS
Immagina un villaggio pieno di famiglie. Le case curate, le scuole, bambini che giocano nel parco e magari una bella festa di paese, piena di sorrisi e canzoni.
Lo vedi? La senti la felicità semplice delle persone, il senso di sicurezza che emana da una realtà senza grossi cambiamenti? Ora guarda più su, sopra quel monte.
Immagina un fiume immenso, ingrossato dal temporale. La gente del villaggio non lo sa, ma gli argini stanno per rompersi. Non riescono più a contenere la furia dell’acqua.
E un mattino, lo schianto. L’acqua travolge il villaggio e spazza via case, scuole, sradica gli alberi e divide le famiglie. I bambini rimangono soli, gli adulti perdono ogni cosa, e non sanno come fare per salvare il poco che gli rimane.
Il villaggio viene distrutto. E lì, su quelle macerie, nessuno riesce più a ricostruire nulla.
Cosa puoi costruire senza avere un lavoro? Se hai perso la casa, dove puoi dormire? Che futuro sei in grado di offrire ai tuoi figli?
Così, dopo anni di diluvi, il villaggio muore. Gli adulti affogano la disperazione in alcol e droga, e i bambini vengono abbandonati per strada, senza protezione, senza la possibilità di sognare e diventare grandi.
Il villaggio che ti sei immaginato esiste davvero. Si chiama Brasile.
L’acqua che ha devastato ogni cosa, però, non è acqua vera e propria. È il fiume della criminalità, della miseria, del traffico di droga e della prostituzione minorile.
È un fiume terribile, e la sua forza spaventosa ha il potere di distruggere ogni cosa, lasciando solo rovine dietro di sé.
Quei bambini esistono davvero, e vivono come vagabondi nelle strade delle periferie brasiliane, una terra di nessuno senza leggi, se non quelle della violenza.
Sono piccoli e soli al mondo. Molti di loro sono orfani, altri hanno genitori tossicodipendenti che non sono in grado di proteggerli. Quasi tutti si prostituiscono per sopravvivere.
È una situazione fuori controllo, che peggiora di ora in ora, e che miete vittime innocenti proprio nelle categorie più fragili della popolazione: i bambini, le giovani donne e gli adolescenti.
Ti chiedo una cosa: cosa faresti per fermare un fiume in piena e mettere in salvo il villaggio?
Prova a immaginare due uomini. Il primo si muove su una barca, e porta cibo e beni di prima necessità alla popolazione. Il secondo è in alto, su quel monte, e si mette all’opera per costruire una diga solida, una perfetta opera d’ingegneria.
Quale uomo vuoi essere tu? Quello che porta il cibo su una barca, o quello che costruisce la diga?
Padre Renato Chiera lavora alla sua diga da oltre trent’anni, e lo fa anche grazie al sostegno della Fondazione Angelo Affinita.
La sua diga è la Casa do Menor, una realtà che negli anni è cresciuta, e che oggi conta cinque centri di accoglienza in tutto il Brasile, più uno in Italia.
La Casa do Menor è un progetto solido, che offre un aiuto concreto ai bambini di strada e agli adolescenti che hanno perso tutto, compresa la propria famiglia.
Insieme ad un gruppo di volontari, Padre Renato combatte ogni giorno per dare un futuro VERO a questi giovani, un futuro fatto di istruzione, formazione professionale, sostegno psicologico e opportunità lavorative.
Ma per costruire questa diga, e renderla sempre più solida, c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Soprattutto del tuo.
La Casa do Menor ha bisogno di gente piena di coraggio, che non ha paura di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro, donando tutte le competenze e l’energia necessarie per mettere in moto una rivoluzione positiva.
Gente come te. Come i tanti amici imprenditori che insieme alla Fondazione Affinita sono riusciti a:
- Finanziare corsi professionali di meccanica, falegnameria, serramentista, parrucchiera, estetista e informatica nella sede di Miguel Couto
- Finanziare corsi di informatica nelle sedi di Fortaleza e Rosas dos Ventos
- Donare alla sede di Fortaleza dei macchinari per la microimprenditoria artigianale
- Costruire e mantenere il centro “Casa Angelo” di Igarassu
- Sostenere il progetto “Operazione speranza”, per il recupero dei tossicodipendenti
Ognuna di queste realizzazioni è una piccola parte della diga. Una diga che sta dando la possibilità ai giovani di quel villaggio di ricostruire la propria vita, un mattone alla volta.
Oggi hai l’opportunità di fare qualcosa di molto importante, per te e per gli altri. Oggi puoi mettere la tua forza e le tue capacità al servizio di chi soffre, per donargli gli strumenti con cui rinascere.
Non è una cosa che capita tutti i giorni. Sta a te cogliere questa chance, e riempire il tuo cuore con la GIOIA DI DONARE.
Mi fido di te! Costruiamo insieme questa diga.
Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.
Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI.
Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.
Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.