Fonte immagine di copertina: pagina Facebook Casa do Menor

 

Casa do Menor.

Bastano queste parole per accendere un sorriso sulle tue labbra, vero?

Subito viene in mente Padre Renato Chiera, con la sua fede incrollabile e la sua passione. Poi ci sono i giovani volontari – tanti partono dall’Italia per mettersi in gioco e donare loro stessi per aiutare i bambini delle favelas brasiliane.

Poi ci sono loro, i bambini. Troppo piccoli per portare sulle spalle le loro storie, spesso cariche di violenza, povertà e abusi.

Insieme agli adolescenti e ai tossicodipendenti delle crackolandie, i bambini sono le prime vittime della crisi sociale che sta devastando il Brasile, a partire dalle periferie.

Il Brasile è il paese più violento del mondo.

Si stima che venga uccisa una persona al minuto. Una al minuto, ci pensi? Fra i rifiuti delle crackolandie, nelle baracche delle favelas, sul lungomare di Fortaleza, dove il turismo sessuale miete vittime sotto i dieci anni.

Non c’è niente da sorridere quando si guarda negli occhi l’altra faccia del Brasile. Anzi, viene la voglia di voltarsi dall’altra parte e dimenticare.

Eppure, nonostante le mille difficoltà, 40 anni fa si è accesa una luce che ha continuato a risplendere nel mare di violenza che ha investito le strade brasiliane. Questa luce è la Casa do Menor.

Come ha detto Padre Renato durante la cerimonia di consegna della “Mozione di congratulazioni e applausi” con cui il comune di Nuova Iguaçu ha voluto dimostrare la sua gratitudine:

“La Casa do Menor è una risposta al grido dei ragazzi, dei giovani e adesso anche del popolo di strada. Un grido che dobbiamo ascoltare sempre di più. È il grido della violenza che dice che la società non sta bene, che le persone non stanno bene, che i nostri ragazzi non stanno bene”.

La Casa do Menor non ha solo portato accoglienza e primo aiuto ai bambini di strada, ma ha creato un nuovo modo di intendere la società.

Perché dove c’è disperazione, dipendenza e violenza, spesso c’è il bisogno di sentirsi amati, accolti e ascoltati.

Nel suo discorso, Padre Renato ha proseguito dicendo:

“Davanti al problema della violenza, si reagisce alla violenza con altra violenza, ma noi mostriamo che c’è un altro cammino. La violenza è il grido di chi non è amato e non ha prospettive di futuro. Noi rispondiamo dando famiglia, amore, strumenti, dando Dio per costruire un futuro e diventare protagonisti della propria storia. Facciamo tutto questo attraverso l’accoglienza nelle case famiglia, attraverso il lavoro nelle comunità nelle aree più fragili e attraverso i corsi di professionalizzazione, le attività ludiche, sportive, artistiche, culturali e il programma Jovem Aprendiz, che inserisce i giovani nel mondo del lavoro.”

Dove c’è lavoro, c’è una vera opportunità di rinascita.

Ecco perché la Fondazione Angelo Affinita sostiene da tanto tempo la presenza della Casa do Menor in Brasile.

Padre Renato, gli operatori e i volontari non offrono forme di assistenzialismo, ma strumenti che valorizzano e fanno sbocciare il talento dei bambini e dei giovani di strada.

Per combattere la tossicodipendenza, la povertà, l’abbandono e la violenza non serve un pasto caldo.

Servono scuole, corsi professionalizzanti, attività di sostegno psicologico e reinserimento sociale. Serve una luce, appunto, da utilizzare come guida per affrontare la vita.

Insieme agli imprenditori amici della Fondazione, negli anni siamo riusciti a:

  1. Finanziare vari progetti e corsi di formazione professionale nelle sedi di Miguel Couto, Fortaleza e Rosas dos Ventos
  2. Costruire il centro di Igarassu, oggi conosciuto come Casa Angelo
  3. Sostenere il progetto Operazione Speranza, che svolge un’attività di recupero della tossicodipendenza e aiuta i giovani a reinserirsi nella società e nel mondo del lavoro

Grazie alla Casa do Menor e agli imprenditori che l’hanno sostenuta insieme alla Fondazione Angelo Affinita, negli ultimi 32 anni circa 50.000 giovani di strada hanno trovato un lavoro.

Riesci a vedere l’immensità di questo risultato? Quasi si stenta a crederci!

Eppure è così. Questo dato dimostra che i progetti di valore riescono davvero a cambiare le cose. Ecco perché devi assolutamente diventare un sostenitore della Casa do Menor!

La Fondazione Affinita devolve interamente le donazioni a favore dei progetti che sostiene.

Questo significa che hai l’assoluta certezza che il tuo contributo si trasformerà in un AIUTO CONCRETO per i bambini e i giovani delle favelas brasiliane.

Cambiare le cose non è impossibile, ma servono persone coraggiose come te per farlo!

Diventa oggi un donatore della Fondazione Affinita. Insieme possiamo aiutare la Casa do Menor a dare un futuro diverso ai giovani del Brasile.

Angelo Affinita diceva sempre “È l’uomo che fa la differenza”.

Vogliamo provare – INSIEME – a fare la differenza? CLICCA QUI.

Si aprirà una pagina dove potrai dare il tuo contributo decisivo per i progetti della Fondazione, scegliere come aiutarci tramite una donazione libera o tramite l’acquisto del libro dedicato ad Angelo.

Se sei un imprenditore, troverai anche l’opportunità di essere contattato direttamente dalla Fondazione e scoprire come fare crescere la tua azienda aiutando il prossimo.