Il Ministero degli Interni ha presentato il “Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia. Aspetti, procedure, problemi”. Ad oggi sono più di 100 mila i migranti ospitati, di cui il 72% in strutture temporanee. Mali, Nigeria e Gambia sono le prime tre nazioni di provenienza dei richiedenti asilo nel nostro Paese. Come destinazione prescelta in Europa, l’Italia viene dopo la Germania e la Svezia.
Il dati del Viminale sottolineano pure un aumento dei minori stranieri non accompagnati, che nel 2014 sono stati il 50% di tutti i minori sbarcati, mentre in questo 2015 (al 10 ottobre) sono già il 73% del totale. I più presenti in Italia (al 31 agosto 2015) in primis sono gli egiziani, poi gli albanesi e gli eritrei. La Sicilia è la regione che ne accoglie di più, seguita dalla Calabria, dal Lazio, dalla Puglia e dalla Lombardia.
Il sistema di accoglienza in Italia è cresciuto negli ultimi due anni. I posti a disposizione dei migranti sono aumentati, passando da 10-15 mila agli oltre 100 mila attuali. Ma il futuro è l’accoglienza diffusa, da condividere su tutto il territorio: è finito il tempo dei grandi centri. L’augurio è quello di dotare il nostro Paese di un sistema flessibile e funzionale, che non debba più ricorrere a misure emergenziali.
A Caserta esiste una comunità gestita da Suore Orsoline, che offrono una prima accoglienza a donne migranti in fuga da situazioni di vita molto difficili. Donne che spesso si trovano a dover mantenere da sole i propri bambini, senza alcun tipo di appoggio. “Casa di Rut”, questo il nome della comunità casertana, copre il costo delle rette dell’asilo nido o aiuta a sostenere le spese per l’affitto, per un periodo che va dai 6 ai 12 mesi.
“Casa di Rut” guida queste donne e i loro bambini anche nella non facile integrazione nel nostro Paese: li accompagna nell’iter sanitario (in caso di gravidanze o di cure mediche necessarie) e in quello burocratico per il permesso di soggiorno e i vari documenti. Un modo molto concreto di fare del bene agli altri, come si può capire.
La Fondazione Angelo Affinita non fa assistenzialismo, ma dà delle ali a chi non può volare. Tra la fine dell’Ottocento e la prima parte del Novecento tantissimi italiani attraversarono l’Oceano Atlantico diretti verso gli Stati Uniti. Chissà quanti nostri connazionali saranno passati per Ellis Island, a New York.
Proprio vicino alla Statua della Libertà: un simbolo bellissimo, esattamente come una tua donazione.